L’Arsenal è un po’ la sua bestia nera. Benitez l’ha affrontata ventuno volte nella sua carriera e si contano più sconfitte (e pareggi) che vittorie. Questo lo score: sei successi (4 con il Liverpool e 2 con il Valencia), sei pareggi (5 con il Liverpool ed 1 con il Valencia), ben nove sconfitte (8 con il Liverpool e 1 con il Napoli). Ma dalla Premier, Rafa s’è congedato proprio con una vittoria a spese dei Gunners. Guidava il Chelsea. Venti gennaio 2013. Due a uno, il risultato finale. Finalmente a Benitez era riuscito di imbrigliare gli uomini di Wenger dopo tre sconfitte di fila e due pareggi. E avvenne grazie ad una partenza al fulmicotone: due gol in sedici minuti, il primo di Mata, il secondo di Lampard su rigore. Poi accorciò le distanze, Walcott nella ripresa. Sarà così anche domani sera? Di sicuro, Benitez cercherà di sfruttare la spinta che arriva dal San Paolo per stordire subito gli avversari. Mettere alle corde i gioielli dell’Arsenal prima che questi comincino a sciorinare il loro calcio arioso e penetrante. E poi, presentare una squadra arrembante, compatta, decisa a mostrare gli occhi della tigre in ogni suo componente. Proprio come avvenne con i vice campioni d’Europa, letteralmente colti di sorpresa da quel Napoli cattivo quanto volitivo. Ma Rafa vorrà presentare soprattutto una formazione che sappia stare corta in campo e difendere alto. Capace di fare pressing e tenere le linee ben strette tra di loro, con riferimenti precisi sia sugli esterni che per vie centrali. Le motivazioni non mancano. E saranno quelle ad agire anche sulle gambe. L’ordine sarà quello di non farsi prendere dall’ossessione di dover vincere con tre gol di scarto per accedere agli ottavi. La missione vera sarà quella di vincere e chiudere il girone con dodici punti. E questa non sembra impossibile. Anzi, farebbe persino sensazione dal momento che con un punteggio simile a nessuna era mai accaduto di restare tagliata fuori.
I RIENTRI – Quasi sicuramente ce ne saranno tre: due per la difesa e uno nel tridente alle spalle di Higuain. Britos per Fernandez e Armero per Reveillere. E proprio a loro due, Benitez raccomanderà di usare la testa oltre alle gambe. Mai perdere di vista l’avversario diretto. Mai lasciare spazi per gli inserimenti. Ricordarsi che nella fase passiva occorre marcare e non smarrire il senso della posizione. A Britos e Armero tocca il compito di consolidare la linea a quattro difensiva completata da Albiol e Maggio. L’altro candidato a subentrare dovrebbe essere Dries Mertens. Al posto di Insigne. Non fosse altro perchè è stato risparmiato nelle ultime uscite e può garantire un maggiore dinamismo sia in fase di copertura che nell’aggressione degli spazi. L’esplosività di Mertens, a sinistra come a destra, i suoi cross calibrati al centro, dovranno mettere i compagni in condizione di andare in gol in ogni occasione. In particolare, Higuain, Pandev, Callejon o lo stesso Inler.
DUBBIO REINA – Ha già saltato la sfida con l’Udinese. Pepe Reina lamenta un fastidio muscolare (flessore destro). E teme uno stop ancora più lungo. Ieri non si è allenato. O perlomeno ha fatto poco o nulla. Nulla di importante ma proverà oggi e sarà lui a sciogliere le ultime riserve. Curiosamente stava proprio Reina tra i pali nell’ultima vittoria conseguita da Benitez (prima di quella con il Chelsea) sulla panchina del Liverpool. Ed era una sfida di Champions League, valida per il superamento dei quarti di finale. All’andata era terminata uno a uno. Al ritorno, ad Anfield Road, i Reds ribaltarono il risultato vincendo per quattro a due (8 aprile 2008, gol di Hyypia, Torres, Gerrard e Babel). E Wenger non ha mai digerito quella batosta. C’era Pepe Reina tra i pali, Mascherano, Fabio Aurelio e Skrtel in difesa, Xabi Alonso a centrocampo, Torres in attacco. E il Liverpool si schierò con il quattro-tre-tre.
IN AVANTI – Stavolta sarà Higuain il terminale offensivo, supportato da Callejon e Pandev. E Benitez chissà cosa darebbe per battere di nuovo i Gunners.
Fonte: Corriere dello Sport.
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