Avevamo apprezzato l’orazione del presidente De Laurentiis che aveva apostrofato la presenza di due pesi e due misure per arbitraggi e giustizia sportiva tra le tre “Genoveffe” e le altre diciassette squadre. Il risultato della “Filippica” del patron del club partenopeo era stato ottimo, con il consenso di tanti altri presidenti e dirigenti e il guadagno di “peso politico” da parte del Napoli, come dimostrano l’evolversi delle ultime giornate. Sapevamo, però, che l’affondo del presidente del Napoli avrebbe prodotto un effetto limitato nel tempo, poi, prima o poi, sarebbe arrivato il dietrofront fondamentale per la conservazione degli equilibri. Il Milan ha paura, sa bene che solo il campione Ibrahimovic può reggere la manovra di una squadra che a centrocampo non produce gioco a causa dell’assenza di qualità e del pessimo stato di forma di alcuni elementi.
I rossoneri, soprattutto in trasferta hanno bisogno della profondità data dal loro asso, altrimenti rischiano di far addormentare la platea con il possesso palla sterile e stucchevole visto a Palermo.
Lo svedese, dopo il pugno rifilato al difensore del Bari Rossi, è stato squalificato per tre giornate dal giudice sportivo Tosel. Qualcuno ha avuto anche il coraggio di definire il gesto condotta antisportiva, invece che violenta, definizione che prevede tre giornate di squalifica. Si arriva alla sentenza della Corte di Giustizia Federale di oggi con il ricorso del Milan e le pressioni provenienti da più parti; si è addirittura scomodato Pier Silvio Berlusconi a margine di una conferenza stampa di Mediaset. Finora gli organi competenti avevano mostrato il “pugno di ferro” nei confronti dei comportamenti violenti; nessuno sconto per Eto’o e Chivu e poi l’accanimento riscontrato dal Napoli sul “caso Lavezzi”. Oggi invece è arrivata la “Super-Genoveffa” e la Corte di Giustizia Federale è stata colpita da un attacco di buonismo; ridotte le squalifiche ad Ibrahimovic, colpevole di un pugno, Galloppa, autore di un’entrata pericolosissima su Hamsik, Radu, reo di aver dato una testata ad un avversario durante Lazio-Roma. Il risultato della giustizia con “due pesi e due misure” è che uno sputo poco chiaro viene considerato più grave di un pugno, un’entrata pericolosa e di una testata. Il buonismo al cospetto del “Diavolo” ha graziato anche Lazio e Parma. Nel leggere il comunicato della Corte di Giustizia Federale, che manca ancora delle motivazioni, si può notare un particolare interessante; lo sconto a Radu e Galloppa è stato bilanciato anche da un’ammenda ai calciatori, che invece non ha colpito Ibrahimovic. Lo capiremo nelle motivazioni dell’accogllimento parziale del ricorso che a questo punto attendiamo con ansia. Presidente, mantieni la guardia alta che l’ingiustizia nel mondo del pallone è dietro l’angolo.
Ciro Troise
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