E invece di contare le pecore, mentre la notte l’inghiottiva, mnemomicamente, s’è ritrovato a veder se stesso: una, due, quante volte, perché quel tarlo inestirpabile, ogni volta che Aronica provava a sconfiggere almeno l’insonnia, gli rimandava la scena in circolo. «Ovviamente è stato impossibile dormire» . Napoli 1, Torino 0: comincia tutta lì la sua odissea, minuto 41 della ripresa, quattro alla fine più recupero d’un match scorbutico, che stra ritrascinando nell’Olimpo (e cioè nella scia della Juventus e dell’Inter) e quasi occulta le difficoltà, i disagi d’un pomeriggio di sofferenza. Entra Aronica e, da quel momento, non esce più da una partita che dura ore e ore di lotte intestine di domande, di sofferenza, di interrogativi: un perché dietro l’altro, ma perché non ho guardato?, ma perché l’ho data indietro?, ma perché non le ho mollato un calcione e l’ho spedita in curva?, ma perché? «Non ho risposte: è stata una leggerezza incredibile della quale chiedo scusa a tutti: ai miei compagni di squadra che stavano vincendo ed ai tifosi che sono rimasti delusi. Nessun giocatore vorrebbe che succedesse mai una cosa del genere, ma il calcio è questo: contempla l’errore umano, episodi del genere. Perdonate» .
COME SE… – Il mattino ha il veleno in bocca, porca miseria; e mentre ci si stropiccia gli occhi, per capire se è tremendamente vero, se non è stato uno scherzo del destino, un sogno finito in incubo, Salvatore Aronica decide di rialzarsi da sé, di rispondere alle sollecitazioni di qualche cronista amico e di concentrare su Radio Marte, l’emittente ufficiale del Napoli, le proprie sensazioni. Mica facile sputar via l’amarezza che ad un certo punto, in quel rigurgito d’autoironia, lo spinge «a sentirsi un po’ come Nicco lai»; e pure a lui un’autorete era capitata, con la Lazio, due anni fa, ma quella volta poi era andata bene per il Napoli, 4-3, e poi lì potevi prendertela con la sorte. Stavolta, invece, gira e rigira, il coltello rimaneva conficcato in una piaga da rimarginare in fretta, perché dopodomani sarà Dnipro, sarà Europa League. «Non saprei raccontarvi ciò che sto provando: il rammarico è enorme. Perché l’errore tecnico è grossolano, direi una papera vera e propria. Un passaggio lento, che a mente fredda non aveva senso: potevo calciare ovunque. Eravamo avanti, nonostante la pioggia e le difficoltà, ed io continuo a riflettere sui punti persi, sulle sensazioni della gente. So bene che c’è chi riesce a capire ed altri che comprendono meno. Eravamo nel recupero, penso mancassero tre minuti alla fine….Ma ormai posso soltanto chiedere scusa e ripartire, pensare alle prossime gare, al Dnipro da battere per andare avanti in Europa» .
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