Dal Comunale di Bagheria al City of Manchester, Totò Aronica ne ha fatta tanta di strada. La sua è una di quelle storie che non è azzardato definire favole. Dai campi polverosi della D era passato immediatamente ad assaporare l’aria del grande calcio. Due stagioni alla Juventus tra il ’96 ed il ’98 e due volte in panchina in Champions (a Kosice in Slovacchia e a Rotterdam contro il Feyenoord). Mai, però, lo sfizio dell’esordio. Così, Aronica ha iniziato il suo peregrinare per l’Italia immaginando di poter di nuovo ascoltare quella celebre musichetta, stavolta finalmente dal terreno di gioco. Sul più bello, dopo 382 partite tra i professionisti, tre stagioni a Napoli e sette apparizioni lo scorso anno in Europa League, sembrava che il suo sogno fosse destinato a rimanere tale.
Accordo congelato Il contratto di Totò infatti è in scadenza nel 2012 e così sin dal marzo scorso l’agente Alessandro Moggi aveva avviato le trattative con la società per il rinnovo. Quando l’accordo sembrava vicino, la situazione è stata congelata. Così, prima ancora di partire per Dimaro, sembrava imminente il passaggio di Aronica al Bologna nell’affare Britos. L’uruguaiano arrivava proprio per prendere il suo posto e Totò pareva rassegnato a fare le valigie direzione Emilia. Poi, i rossoblù hanno puntato su Vitale, e Aronica è salito in ritiro per giocarsi le sue carte. In Trentino, si è confermato il vero jolly della difesa azzurra: centrale al posto di Cannavaro (come in amichevole a Maiorca) o esterno in alternativa a Dossena.
Museruola A Napoli era arrivato per fare il marcatore di sinistra, ma con l’avvento di Mazzarri ha trovato spazio inizialmente soprattutto sulla fascia. Lo scorso anno è tornato nel suo ruolo naturale, quello dove oltre a Britos ora è stato acquistato anche Fideleff.ACesena e per tutta la prima parte di stagione, però, potrebbe essere Aronica il titolare al fianco di Campagnaro e Cannavaro. «Alla fine, gioco sempre io», ha scherzato Totò con gli amici in questi giorni. In realtà, è il primo ad essere rammaricato per l’infortunio dell’uruguaiano e sarà il primo a dare consigli utili all’argentino, esattamente come ha fatto nei mesi scorsi con lo spagnolo Victor Ruiz. Poi, però, calzerà gli scarpini e proverà a mettere la museruola a campioni del calibro di Dzeko, Aguero, Rossi, Nilmar, Gomeze Muller. Perché una favola come la sua merita la musichetta della Champions in sottofondo e un lieto fine.
La Redazione
C.T.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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