Dentro o fuori: il dubbio amletico galleggia nell’umidità di una (altra) serata rovinosa e in quel freddo che punge un po’ meno dei tre gol, l’ottimismo della volontà diviene l’elemento trainante per crederci ancora. «E infatti noi ci crediamo. E’ chiaro che è difficile ma non è impossibile: la qualificazione non è pregiudicata» . L’Europa, vista da Aronica, è racchiusa nell’aritmetica e l’opinione diffusa in quello stanzone avvilito e però comunque consegnata alle tre gare di ritorno, alle due gare da giocare al san Paolo, alla trasferta in Svezia che può concedere qualche chances in più.
CHE BOTTA – Si ricomincia da tre e pure stavolta non c’è niente da ridire: si riparte dall’Ucraina con le ossa rotte, il morale appesantito e la consapevolezza che in questo tour interminabile e sofferente sia pregiudizievole il pur minimo errore. Sessantacinque secondi, manco il tempo di riordinare le idee ed era già Dnipro 1, Napoli 0, con l’ennesimo palla inattiva che si trasforma in tormento e con Aronica che fatica a farsene una ragione. «Siamo partiti male pure stasera e alla prima occasione abbiamo subito il gol. In queste manifestazioni è difficilissimo rimediare e infatti poi è diventato via via impossibile» .
DOV’E’ L’ERRORE – Finisce come a Eindhoven, appena un pochino meno peggio: ma la differenza è in quella reazione (tardiva), nell’irruzione di Cavani, nel rigore che addolcisce il risultato. Però, riflettendo: una punizione ed è gol, un angolo ed è gol, e ciò che resta in Aronica – il più determinato della retroguardia – è la fiducia in un gruppo che ha qualità. « Probabilmente ci manca qualcosa, perché nelle ultime trasferte siamo venuti un po’ meno. Siamo onesti: sappiamo che è andata male e sappiamo anche che non abbiamo granché da recriminare, tranne qualche episodio. Perdere fa male, ma ora dobbiamo guardare avanti, pensare al Chievo, poi all’Atalanta e al Torino; e tra due settimane ci proveremo di nuovo in Europa League» .
LORO SI’ – Non è ancora finita, lo dice la matematica; e poi, lo suggerisce l’ultima mezz’ora, quella nella quale con Cavani e con Pandev. Aronica si affida (anche) ai tenori per ribaltare una situazione diventata complessa: «Sappiamo tutti che in questo Napoli ci sono calciatori imprescindibili per il salto di qualità. Stanchezza per titolarissimi come Cavani o Pandev? Sono giovani, temprati, abituati a fare le coppe. Non credo ci sia un dispendio di energie così imponente, ma la scelta del turn-over massiccio, di far crescere e maturare i giovani, è della società e del tecnico e noi le rispettiamo» . Appunto, risponde il ds Bigon: «La squadra scesa in campo era all’altezza della sfida contro una formazione forte come il Dnipro, che ha battuto il Psv» .
NO MAGLIE – Tre gol in Olanda e tre gol in Ucraina hanno lasciato il segno in quel centinaio di tifosi arrivati sino a Dnipropetrovsk e che al fischio finale, quando la squadra è andata per salutare e lanciare loro le maglie ha rifiutato il regalo. Ma dopodomani è un altro giorno, c’è il Chievo, e poi comincia un giro per l’Italia che vale la conferma del secondo posto e il ruolo di anti-Juventus. Poi si riparte per l’Europa: destinazione ancora ignota, secondo Aronica: «Perché possiamo farcela, dobbiamo certo ottenere il massimo. Avremmo voluto ottenere un risultato positivo, non ci siamo riusciti e ciò ci spiace. Ma non siamo ancora fuori» .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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