Al San Paolo Pablo Armero dovrà farsi perdonare in primis uno sgarro. Proprio come fece Inler. Uno sgarro, sì, nel senso di una giocata decisiva che il 17 aprile 2011 propiziò la sconfitta del Napoli: assist delizioso di Armero e gol della tranquillità di Denis. Dopo l’iniziale vantaggio realizzato dallo svizzero. Segni del destino. Un destino che, dopo trattative lunghe e delicate, ha tinto d’azzurro prima Inler e poi il mancino colombiano.
LA TATTICA – E allora, alla scoperta di Armero. Il nuovo cavallo da corsa della fascia sinistra del Napoli. Un tipo che fa del fisico, dell’esplosività e della progressione armi micidiali, e che Mazzarri dovrà più che altro preoccuparsi di arricchire dal punto di vista tattico. La disciplina in fase difensiva non è il suo pregio principale, perché è decisamente votato al gioco offensivo, però c’è un aspetto che fa ben sperare: a Udine ha sempre giocato nel 3-5-2, ovviamente a sinistra, e dunque è abituato a certi movimenti e a certi meccanismi. Almeno da un punto di vista generico (ogni allenatore ha le proprie peculiarità e ogni squadra i propri sincronismi).
LA CORSA – Di certo, Armero è un ottimo acquisto. Potenzialmente un grandissimo colpo: devastante in fase offensiva e tecnicamente discreto, quando alle spalle ha mediani rocciosi e dinamici tipo Behrami dà il meglio di sé. Le doti fisiche, atletiche, gli consentono tra l’altro di diventare quasi inarrestabile se lanciato in profondità: sulla corsa lunga, sulla progressione, è davvero difficile da fermare. Anzi, da raggiungere.
ASSIST E PRECISIONE – Non si contano le cavalcate sulla fascia e gli assist, e neanche le volte in cui è riuscito a presentarsi davanti al portiere dopo maratone personali. Di contro, la precisione al tiro non è il suo forte, nonostante sia secco e molto potente: al San Paolo, in quella stessa notte di aprile firmata Inler-Denis (e Mascara per il 2-1 finale), sbagliò proprio davanti a De Sanctis dopo l’ennesima galoppata portentosa; e altrettanto accade con l’Arsenal nel preliminare di Champions 2012. Episodi che suscitano più che altro rammarico: discese così sontuose meriterebbero maggior successo, ma certo questo non è un problema, considerando quanti giocatori è riuscito a far migliorare Mazzarri al tiro (tipo Lavezzi).
DERBY COLOMBIANO – A sinistra, nella sua esperienza a Udine, Pablo ha giocato anche da mezzala e perfino da trequartista. Un jolly mancino, insomma, che almeno per il momento si giocherà il posto con l’amico e compagno di Nazionale, Zuniga. Con la Colombia, i due sono rispettivamente la freccia di sinistra e quella di destra, mentre in azzurro, a meno che Maggio non riposerà, la storia sarà diversa: perché Mazzarri schiera Zuniga proprio nella posizione di Armero. La concorrenza stimolerà tutti, soprattutto l’ultimo arrivato: il campionato, con 10 presenze appena, gli ha finora riservato più che altro amarezza. Come le ultime cinque esclusioni di fila: quattro panchine e una mancata convocazione (per ragioni di mercato). La sua esperienza a Udine era già finita in estate: Napoli è la nuova oasi.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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