Con i compagni, grazie al connazionale Zuniga e a Inler che conosceva dai tempi di Udine, ha fraternizzato in un attimo. E con i tifosi napoletani è entrato subito in sintonia, dopo la sua esultanza ai gol di Maggio ed Inler contro il Palermo. Pablo Armero, colombiano di ventisei anni e due mesi, è un buontempone oltre ad essere la “freccia” della fascia sinistra. Sfodera entusiasmo puro nel giorno della presentazione: «Sì, mi piacerebbe riascoltare la musichetta della Champions. Sono arrivato qui anche per quello. Il Napoli sta crescendo molto, dobbiamo affrontare ogni partita come è stato fatto ultimamente». Ad Armero, titolare della fascia sinistra anche nella sua Nazionale, è piaciuto il Napoli che ha messo sotto il Palermo. L’ha visto dalla panchina. Ma in precedenza lo aveva ammirato anche con la Roma. Armero sapeva di questo feeling che dura da un bel po’. Ringrazia per l’accoglienza ricevuta nello spogliatoio: «I compagni mi hanno accolto subito bene e mostrato tanta allegria. Non è facile inserirsi presto in un nuovo gruppo ma qui ho sentito fiducia fin dal primo momento e mi hanno trasmesso voglia di far bene. Mi aveva detto Inler che se avesse fatto gol, avrebbe imitato il mio ballo e così è stato. Anche per Maggio abbiamo danzato. Il gol è allegria. Se c’è quella, si gioca meglio e ci si diverte tutti».
A Udine, però, Pablo si era intristito. Non si divertiva più. Non riusciva più a sfrecciare su quella fascia. E in Champions era persino inciampato in piena area di rigore al momento del tiro a rete, cadendo nel grottesco. Ma ora per lui sta per aprirsi un nuovo capitolo della sua carriera che ha avuto una parentesi anche brasiliana, al Palmeiras: «A Udine dovevo aspettare l’occasione per giocare. Guidolin aveva deciso di puntare su Pasquale e Gabriel Silva. Ogni allenatore ha le proprie idee. Ma sono rimasto contento degli apprezzamenti di Mazzarri. Lo ringrazio per questo, mi metto a sua disposizione, voglio dare il massimo per questa squadra che mi ha offerto la possibilità di rigenerarmi. E mi sto allenando per farmi trovare pronto».
Non lo turba più di tanto il dualismo con l’amico e connazionale Zuniga: «Lui è un amico vero e si sta impegnando tanto per dare sempre il massimo. Il mio ruolo è quello, ma poi deciderà il mister dove dovrò giocare, se dovrò fornire palloni al centro o andare in gol». Armero dovrà fare l’uno e l’altro: Cavani aspetta i suoi assist, quelli che forniva a ripetizione a Di Natale nei momenti migliori, ed i tifosi e Mazzarri aspettano i suoi gol. Non ne realizza tanti per la verità ma Pablo fornisce assist in quantità, pronti ad essere raccolti non solo dal Matador.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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