Sono rimasti chi più e chi meno in naftalina, per ora, ai margini della squadra a imparare i codici tattici di Walter Mazzarri, che ci mette sempre parecchio tempo a fidarsi degli ultimi arrivati. Non può dunque sorprendere la falsa partenza in maglia azzurra dei 4 rinforzi del mercato di riparazione, destinati oltretutto a un ruolo da comprimari fin dal momento del loro acquisto: a gennaio. Gli ingaggi di Rolando, Armero, Calaiò e del promettente Radosevic, costati complessivamente 7 milioni, erano stati infatti definiti dal Napoli soltanto per potenziare l’organico e non per stravolgere le gerarchie dei titolari. L’unico acquisto a titolo definitivo, a fronte dei tre prestiti con diritto di riscatto, era stato del resto quello del giovane centrocampista croato: giocatore di prospettiva. Gli altri, a dispetto di curriculum non da buttare, sapevano già di doversi sistemare in retroguardia: accontentandosi della Europa League. Nessuna chance, invece, d’insidiare i titolarissimi in campionato. Questo era il progetto iniziale, almeno. Poi il Napoli è scivolato a sorpresa contro il Viktoria Plzen e per gli ultimi arrivati è sparita in anticipo pure l’unica vetrina garantita, quella su cui Rolando, Armero e Calaiò contavano per mettersi in mostra e meritarsi la conferma, a giugno. Ma i tre neo azzurri, che per ora hanno messo insieme solo una decina di presenze non si sono rassegnati a sparire subito dalla scena e si stanno dando da fare per conquistare la stima di Mazzarri: dimostrando progressi e grande determinazione negli allenamenti.
Fonte: Repubblica
La Redazione
P.S.
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