Serie A – ‘ll Giornale’ scrive di uno studio dell’Università di Reading, svolto in collaborazione con la Otto Beisheim School of Management di Düsseldorf che ha stabilito che con le porte chiuse a cambiare è soprattutto l’atteggiamento degli arbitri.
“Che improvvisamente non sono più né venduti, né cornuti e non hanno più nemmeno bisogno dei fatidici occhiali, potendo guardare tranquillamente la moviola senza le migliaia e migliaia di insulti che ronzano abitualmente nelle loro orecchie”.
Gli studiosi hanno analizzato 103 partite giocate senza pubblico nel campionato italiano negli ultimi 18 anni, dalla serie A alla serie C. Se per quanto riguarda rigori ed espulsioni non è cambiato molto rispetto alle partite in presenza di pubblico,
“i fischietti sono stati tendenzialmente molto più benevoli con i giocatori delle squadre ospiti in fatto di ammonizioni, tanto da farli scendere da una media di 2,40 cartellini gialli a partita a 2 soltanto”.
Con le porte chiuse, insomma,
“l’arbitro diventa più democratico, forse proprio perché non sente più la pressione degli ultrà di casa che amplificano ogni intervento scorretto degli avversari”.
Non solo. Nelle partite a porte chiuse è concesso anche meno recupero alle squadre di casa quando sono in situazione di svantaggio: da 4’26” a 4′ netti.
Fonte: calcionapoli24.it
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