Chissà se da ragazzo l’avrebbe mai immaginato, Alvaro Arbeloa. “Per chi come me è cresciuto nella cantera del Real Madrid, raggiungere le 200 presenze con questa maglia è qualcosa di incredibile”, queste le parole del terzino spagnolo che non ha mai smesso di credere nel suo sogno anche quando le tante strade del calcio sembravano averlo allontanato definitivamente da Madrid. Nato a Salamanca e cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Saragozza, Arbeloa venne notato dagli osservatori madrileni ad appena 18 anni; qui la trafila delle giovanili, il passaggio al Real Madrid B e la gioia del debutto in prima squadra nella stagione 2004/05. Sembra l’inizio di una bella storia, ma nel Real di quegli anni non c’è spazio per Alvaro che decide così di trasferirsi prima a La Coruna e poi in Inghilterra a Liverpool, l’occasione della vita che lo porterà alla ribalta internazionale. L’inizio è di quelli shock: alla prima uscita da titolare con la maglia dei Reds Rafa Benitez gli affida un compito non esattamente agevole, ovvero fermare Lionel Messi nella partita di andata degli ottavi di finale di Champions League contro il Barcellona. Non dev’essere andata poi così male, dato che Arbeloa viene riconfermato anche per il ritorno ad Anfield ed è tra i protagonisti della cavalcata degli Scousers in Europa, interrotta solo in finale dal Milan di Ancelotti nella “rivincita” di Atene. Nelle due successive stagioni diventa titolare indiscusso sull’out di sinistra, ma nell’estate del 2009 arriva la chiamata che non ti aspetti. Nel Real Madrid dei Galacticos del secondo corso di Florentino Perez c’è bisogno non solo di campioni, ma anche di gente che abbia il Real nel sangue, che sappia cosa significa vestire la camiseta blanca: c’è bisogno di Arbeloa. Con la discrezione e la professionalità che lo hanno sempre contraddistinto, Arbeloa si afferma anche nella squadra che anni addietro lo aveva scartato prematuramente, conquistando prima Pellegrini, poi Mourinho e infine Ancelotti. Lo scorso anno poi, la gioia più bella, la “décima” Champions League vinta sotto la guida di Carlo Ancelotti. Canterano di ritorno, Arbeloa festeggia ora le 200 presenze con quella realtà che da piccolo aveva solo sognato e che ora, dopo tante vicissitudini, può considerare una vera e propria casa.
Fonte: gianlucadimarzio.com
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