Benvenuti nello stadio porta fortuna, un chiavistello per scardinare qualsiasi problema e soprattutto un tesoro di entusiasmo che puntualmente si riversa sulla nazionale. Palermo ha un feeling speciale con l’azzurro e non è un caso se da quando la Favorita (oggi Renzo Barbera) si è riaperta alla nazionale maggiore (nel ‘90 dopo un’assenza di 38 anni!) i risultati sono stati brillanti. Con quello di ieri sera, fanno 10 successi su 12 sfide, anche se la vittoria è arrivata nel finale. In molti casi vittorie pesanti e decisive, come quella sulla Norvegia nel 2004, col gol di Luca Toni all’epoca centravanti del Palermo, quella sulla Slovenia firmata da un altro rosanero (Zaccardo) che ci assicurò il posto in Germania 2006 dove poi avremmo vinto il titolo, e infine la più recente, contro la Bulgaria, decisa da Gilardino e anche quella utile per strappare il pass verso i Mondiali brasiliani.
Ma oltre alla scaramanzia, fa impressione il calore che Palermo ha assicurato anche ieri al nuovo corso di Conte. Sarebbe meglio parlare di Sicilia perché l’Italia al Barbera è sempre la festa di un’isola e non solo di una città. Anche stavolta sono giunti da ogni angolo della regione per tifare azzurro, rinvigorendo una tradizione di passione. Rappresentate in pratica tutte le province, fanno bella mostra sugli spalti gli striscioni provenienti da Vicari, nell’agrigentino, Mussomeli (provincia di Caltanissetta) e Ragusa. In 50 sono arrivati in gruppo da Brolo, provincia di Messina, moltissimi da Trapani e da tutta la costa occidentale. Il colpo d’occhio iniziale rassicura sul fascino che ancora ha la nazionale. Stadio praticamente pieno tranne il settore ospiti lasciato a fare da cuscinetto, fortissima la presenza femminile fra i tifosi.
Quegli applausi. Un gesto conquista particolarmente. Un applauso che merita di essere applaudito, quello del Barbera quando partono le note dell’inno azero. Una forma d’ospitalità per un paese poco noto, un segno di rispetto per l’avversario che spiega la voglia di normalità che muove la gente comune che ama il calcio. Apprezzano i 30 supporter azeri, colorati e appassionati che sventolano le loro bandiere proprio sotto la tribuna stampa e che però vengono subito redarguiti per l’utilizzo di raggi laser…
Ultima a Palermo? Si dovrà vedere se Palermo, come molte altre città italiane, potrà continuare ad ospitare in futuro match ufficiali validi per competizioni internazionali. Dal 1 gennaio andranno in vigore nuove norme Uefa sui requisiti necessari ad uno stadio che prevede gare di qualificazione europea. Palermo non rientra nell’elenco come quasi tutti gli altri vetusti impianti del nostro calcio. Obbligatoria per esempio la copertura di tutti i posti. In mancanza di deroghe, l’Italia dal 2015 potrà giocare gli incontri per l’Europeo solo in tre stadi: l’Olimpico a Roma, San Siro a Milano e il neo nato Juventus Stadium di Torino.
Fonte: Corriere dello Sport
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