La generazione di fenomeni di questo Terzo Millennio si è arricchita d’un altro personaggio unico nel suo genere e lo special one d’un club ormai frequentatore abituale dell’alta società è l’espressione più moderna dell’attaccante. Il Cavani che se ne va in giro per l’Europa a mietere “vittime” è il centravanti uno e trino che in sé incorpora la capacità (eventualmente) di far reparto persino da solo, l’intelligenza nell’inserirsi negli schemi e la generosità di occupare il campo in lungo e largo ma in quel manuale del calcio è pure offerta una lettura (addirittura) più ampia di ciò che suggeriscono quelle cifre da capogiro. Il bomber è nella settima tripletta d’un matad’or ch’è intuitivo nell’andare ad attaccare lo spazio creatogli dalla ripartenza immediata e dalla sontuosa invenzione di Pandev, poi cinico avvoltoio nel rendere viva una palla (apparentemente) morta, infine straordinaria espressione d’atletismo con lo stacco imperioso utile per bruciare Burdisso. Ma Cavani è altro ancora: è una partecipazione collettiva alla manovra, una ferocia esemplare ed un’umiltà che lo spinge ad un lavoro di gregariato in genere ignorato dalle star e che lo rendono “universale”.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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