È difficile valutare come una sconfitta nel gioco (e nel comportamento) degli azzurri quella riportata dal Napoli contro il Bayern, anche se potrà avere amare ripercussioni sulla partecipazione alla Champions. E non lo si scrive per un eccesso di tifo ma perchè essa è maturata in circostanze particolari e, soprattutto, nel contesto di un calendario stravagante ed insostenibile. La squadra di Mazzarri, costruita con passione da De Laurentiis, si è dovuta misurare nel giro di 8 giorni con tre ostacoli di crescente difficoltà.Sabato scorso, un anticipo considerato agevole come una passeggiata a via Caracciolo in una mattina di sole si è risolto, invece, con la inaspettata vittoria della formazione siciliana, il Catania, che invece ha prevalso sia pure di stretta misura e in una gara che pareva segnasse almeno la resurrezione di Cavani; il Bayern, atteso con trepidazione nell’ambito della Champions, inesorabile nel primo tempo con tre palloni piazzati alle spalle dell’incolpevole De Sanctis, ma assai meno temibile dopo l’intervallo, quando gli azzurri di Mazzarri hanno sfiorato un pareggio leggendario; e finalmente domenica sera niente meno che la Juventus, attualmente capolista del torneo.
Una serie così fulminante forse neppure il Milan la avrebbe affrontata con disinvoltura, perchè non c’è squadra al mondo che possa misurarsi in otto giorni con tre antagonisti, due dei quali di chiara fama e in forma smagliante. Ma la tirannide delle emittenti televisive e la relativa prospettiva dei ragguardevoli diritti non ha perdonato questa volta al Napoli, come in altre occasioni a qualsiasi altro club; perchè qui, non stiamo parlando di persecuzione contro una società che ci è cara ma di una gravissima disfunzione del sistema che, da qualche anno, imperversa nel nostro campionato, dove regna ormai soltanto la legge del denaro e si è smarrito il rispetto, invano invocato alla Federazione e dalla Lega nei momenti di riposo o di pubblicità delle partite.
Basta vedere quante volte il rapporto tra le due formazioni si capovolge nella ripresa, per rendersi conto dell’effetto disastroso che la stanchezza, il nervosismo e magari un disturbo cardiaco (come nel caso del nostro carissimo Cassano) possono avere sulla salute, e quindi anche sul rendimento dei giocatori. È incredibile come tutti i club, e non certamente solo il Napoli, accettino questo calendario senza protestare e lo stesso faccia, purtroppo, il Sindacato Calciatori, che non dovrebbe avere a cuore soltanto le clausole del contratto dei suoi affiliati, ma anche la loro salute e le condizioni in cui sono chiamati a lavorare.
Un altro esempio di trascuratezza, i nostri dirigenti, lo offrono con la noncuranza che dedicano alle difficoltà psicologiche di giocatori come Balotelli o Cassano, che evidentemente attraverso comportanti bizzarri tradiscono esperienze negative patite nell’infanzia o nella professione, senza sapersele spiegare in assenza di psicologi o medici capaci di aiutarli. Sono, del resto, gli stessi dirigenti che licenziano gli allenatori dopo poche sconfitte, dimenticando di averli liberamente scelti, magari poche settimane prima di un avvio complicato del torneo che, magari dagli dagli errori degli stessi presidenti nella gestione della campagna acquisti.
Ma, per tornare al Napoli, la cui sequenza negativa ci auguriamo si sia conclusa col primo tempo della gara con la compagine di Monaco di Baviera, non possiamo chiudere questa rapida analisi senza porre in risalto i due gol – rivelazione del giovanissimo Fernandez, che paradossalmente era stato schierato come difensore; e la crisi senza fine che attanaglia il nostro capo-cannoniere, Cavani, assolutamente irriconoscibile. Il povero Lavezzi ha tentato, generosamente, di sostituirlo come «goleador», mentre Hamsik si è svegliato soltanto nel secondo tempo.
La mancanza di rincalzi all’altezza dei tre campioni di importazione comincia a farsi sentire, sebbene per fortuna lo spirito combattivo della formazione azzurra continui a fornire uno spettacolo entusiasmante per tifosi e dirigenti; ed è, in ogni caso, un motivo di speranza per la prossima battaglia del Napoli, a cominciare dalla partitissima di domenica sera.
La Redazione
A.S.
Antonio Ghirelli per “Il Mattino”
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