In attesa che la Juve trovi una dignitosa via di fuga dopo la piazzata di Conte, proviamo a riparlare di calcio? C’è una novità: il 2013 è l’anno della metamorfosi tattica del Napoli. Dalle vacanze torna con un nuovo congegno offensivo. Gli allibratori hanno antenne sensibili. Quote velocemente corrette. Per lo scudetto, la Juve paga qualcosa in più: da 1,30 a 1,40. Il Napoli è in picchiata: da 7 a 4. Dipende poco dai due punti restituiti dalla giustizia sportiva, molto dal gioco. Nel 2013 il Napoli ha raccolto 10 punti su 12, segnato 10 reti, sconfitto Roma, Palermo e Parma, pareggiato a Firenze. Non è poco. La Juve invece rallenta: a Torino batte l’Udinese e perde con la Samp, poi un punto a Parma e uno col Genoa che sabato si difendeva in dieci. Cinque punti su 12. Una fase calante che scopre i nervi: è la crisi isterica di una Signora che vede il volto segnato dalle prime rughe? Gli avversari nel 2013 giocano come se avesse ancora il vecchio modulo. Il Napoli se n’è liberato fin dalla prima gara dell’anno: con la Roma addirittura la difesa a 4. Ripristina il terzetto difensivo, ma sposta al centro la rampa di lancio. Diverse le ripartenze: erano attacchi fulminei sulle fasce laterali. Il gioco prodotto dagli esterni, in parallelo, lato e controlato, creava gli spazi centrali per Lavezzi e i suoi vortici. Frequenti le palle alte, ma anche soluzioni combinate: incursione a sinistra di Dossena, cross lungo e chiusura di Maggio sul secondo palo. Il Napoli lascia ancora due piantoni sulle corsie esterne, chiedendo loro diagonali difensive più attente. Ne guadagna il terzetto arretrato, più protetto. La squadra è pericolosa adesso quando rapidamente inverte il gioco e attacca con passaggi verticali e trova i corridoi giusti. I gol di Hamsik e Cavani derivano a Parma da queste trame: Dzemaili prima e Insigne dopo trafiggono gli avversari con colpi lunghi, verticali e millimetrici, roba da biliardo. Ne trae profitto Cavani che sfugge con movimenti orizzontali alle difese. Un gioco da attaccante civetta: gli avversari lo perdono, i compagni sanno dove raggiungerlo. È uno squarcio tattico che ricorda la filosofia di Zeman. Alla luce di questo gioco il Napoli deve cercare un altro mediano di qualità. Sarebbe stato formidabile Verratti. Peccato. Se fu un errore bocciarlo, meglio evitare il secondo. Mai cedere Dzemaili. Lo scudetto non ammette rimorsi.
Fonte: La Repubblica
La Redazione
L.D.M.
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