Antonio Corbo, collega de La Repubblica, è intervenuto ai microfono di Marte Sport Live: “Bisogna ragionare sulle cose certe. Quello che è successo a Roma è diventato un caso politico, il ministro dell’interno si giustifica sulla presunta trattativa. Questo rappresenta un punto debole della polizia. Ma il fatto è un altro, dei tifosi napoletani sono andati a Roma per vedere una partita di calcio ed hanno incontrato altre persone, uno con la pistola che ha sparato. Bisogna capire chi ha cominciato per capire cosa è successo, spero le indagini proseguino nel verso giusto. Non facciamoci condizionare dall’essere napoletano o romano, siamo cittadini d’Europa e dobbiamo tendere verso un’Italia civile dove non si rischi di prendere una pallottola in petto se vado a Roma, così come se andassi all’acquario di Genova. Sicuramente il ministro dell’interno non può essere un leader di un partito, dove il populismo la fa da padrone. Poi non capisco questa legge in 15 giorni, si vive sempre sul filo dell’emozione. Era necessario avvisare i tiofisi, ma tramite altoparlante, non andando sotto la curva azzurra. Ho notato qualcosa di strano, c’è un interesse politico a raccontare le cose in un modo diverso, sotto un altro punto di vista. Spostare l’attenzione sulla trattativa con gli ultras e non su uno pseudotifoso romanista che ha sparato a Tor di Quinto”.
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