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Antonio Corbo: “De Laurentiis e Benitez, perchè non vi incontrate?”

Più che il pareggio di Udine, più che il gol di Hernandes in fuorigioco, più che il rigore condonato a Domizzi per un abbraccio a Pandev, di quelli che non si vedono sott’acqua nelle partite di pallanuoto, aldilà di tutto questo conta l’intervista di Benitez. Attribuisce alla squadra mancanza di carattere e maturità.
Si può obiettare: ma di questa squadra quanti giocatori ha scelto lui?
Benitez merita rispetto. Con garbo va quindi aiutato a capire che cosa accade nel Napoli e nella sua conduzione.
Scaricare i giocatori è segno di nervosismo. Magari di tardiva severità. Ha cominciato con Higuain, la reiterata sostituzione ha prodotto una tripletta con la Lazio. Ha proseguito a Udine. Ma non è elegante urlare dal balcone per rimproverare chi è in casa.
Ha qualche responsabilità anche Benitez.
Una conduzione molto permissiva, con eccessivi turni di riposo e troppe prove modeste finora tollerate.
Il Napoli soffre di squilibri tattici, che determinano la discontinuità.
Il Napoli ha un modulo che funziona (con due soli mediani) se concorrono tre condizioni.
Se Higuain gioca da prima punta mobile mettendo in allarme la difesa.
Se gli esterni accorciano sui mediani, ne ricevono la palla e con un tocco o due massimo schizzano nella profondità.
Se il ritmo è alto, evitando oziosi passaggi e retropassaggi con relativa perdita di tempo.
Tre condizioni ribaltate. Mancava Higuain a Udine, e Zapata al momento è un’alternativa incongrua. Callejon dei due esterni oltre al gol non ha combinato nula. I mediani non erano né veloci né propositivi. In più c’è Inler che tira anche dalle Dolomiti, nel ricordo di qualche sassata felice.
Il Napoli ha due obiettivi. Migliorare i 78 punti di Mazzarri nel campionato 2010-2011 e vincere la Supercoppa battendo la Juventus il 24 agosto, dopo aver conquistato la Coppa Italia sempre a Roma, il 3 maggio. Può farcela.
Tocca a Benitez. Deve ritrovare il suo carisma, la lucidità, la flessibilità tattica, ancora prima di squadra e vittorie. È pronto?
Perché De Laurentiis non lo invita a cena, e gli parla da presidente, non solo da amico?
“Il Graffio” propone la cena della svolta, e pagari pagherà anche il conto. Auguri, intanto.

 

Fonte: Antonio Corbo per Repubblica.it

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