La vittoria mi fa offerto entusiasmi rari. Ho capito che gli italiani possono correre in strada, issare bandieroni, bere un bianco in più con orgoglio inedito: ciascuno di noi, può dire di aver vinto da italiano con gli italiani.
Il genio latino dà calcio meno barocco dei sudamericani che per vincere copiano le migliori scuole europee. I monelli di Napoli non sono inferiori per creatività e potenziale tecnico ai ragazzi argentini cresciuto come Maradona sul “pontrero”, una corteccia nera, dura e ruvida come cartavetro che solidifica nel gelo i veleni del Paranà, il secondo più lungo fiume dopo il Rio delle Amazzoni ma di sicuro il più inquinato del Sud. In Italia non li aiutiamo a diventare campioni. C’è un giro di giostra che non si fermerà mai, finché non arriverà un presidente di onesto coraggio che creerà scuole di calcio in città, foresterie, impianti, staff di medici dello sport specialisti nel seguire adolescenti, maestri di calcio e non allenatori teatranti.
C’è una giostra che non si ferma: è il mercato. Presidente, direttori sportivi, procuratori, mediatori, faccendieri guadagnano molto e subito trafficando stranieri. Se uno di questi fallisce, chi vuoi che se ne ricordi mai? Nella cattiva memoria è sparito anche Luis Silvio della Pistoiese, diretta da un presidente che tutti chiamavano Il Faraone. A Kiev ho visto una bella Italia. Difensori attenti e tempestivi, ben schierati nella linea a 4. Centrocampisti eleganti. Ma anche uno svagato Cassano, ormai pago di essere arrivato agli Europei, piuttosto che impegnato a sognare il titolo. Mi piaciuto Balotelli. Ha sbagliato perché costretto a girare palle sporche, a volte ha tentato con la forza di buttare giù armadi, non difensori inglesi. Mi ha colpito una domanda stamattina. Se avesse giocato Cavani al posto di Balo, come sarebbe finita?
Ho avuto la risposta pronta: con tanti gol. Se avessero però dato a Balotelli gli assist negli spazi come li riceve Cavani, ho obiettato, avrebbe segnato più gol anche la Nazionale. Formidabile Cavani, ma c’è una squadra che sa ripartire meglio del Frecciarossa e sfruttare gli spazi liberi? Nel mio colloquio in taxi ho capito che la mia analisi era fondata. Non è solo esercizio di banale egocentrismo. Dico convinto: ma Pilro deve per forza girare e rigirare la palla come una cotoletta da impanare prima di darla a tre metri per chiederne la restituzione? Pirlo contro gli inglesi rallentava il gioco. Dava agli avversari tutto il tempo di disporsi con 9 uomini dietro la linea della palla. Complicava il gioco, lo soffocava, mentre ne abbassava velocità e ritmi. L’Italia poche volte ha cercato spazi sulle corsie esterne, ha tirato 35 volte (venti nello specchio della porta) contro i 9 tentativi dell’Inghilterra, ma di rado ha liberato qualcuno in area con un assist raggelante. Balo ha dovuto massacrarsi in duelli furibondi per andare al tiro. Cassano non doveva accorciare sui centroicampisti ma cercare spazio all’esterno. Abate poteva attaccare a destra di più e Balzaretti meglio a sinistra, almeno all’inizio. La verità è questa: Pirlo quando è in possesso di palla deve scaricare lungo sugli esterni a destra o sinistra e non cercare il compagno più vicino per farsi restituire la palla. Troppo lezioso. Conte non gli consente questo giochino da primo della classe nella Juve. Pirlo gioca davanti ad uno specchio. Facendo ondeggiare il ciuffo nella sua vanità. Grande Italia, ma con la Germania non c’è tempo da perdere. Bisogna ripartire subito prima ancora che i rivali si sistemino in difesa. Provo a indovinare: al posto di Cassano non vedo neanche Di Natale, all’inizio. Ma una punta esterna scattante. Borini. Sbaglio? Domani sera torno a scrivere. Tenetevi forte. Ma non toglierò mai il gusto di sognare, questa Nazionale è il trionfo di una elegante normalità.
Fonte: La Repubblica
La Redazione
M.V.
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