Ha alzato la voce, «qui comando io», ha ricordato a tutti che «nessuno vuole bene alla Juve come lui», difendendo Del Piero e le sue scelte tecniche. Ma quando c’è stato da riconoscere i meriti del progetto del presidente De Laurentiis e fare i complimenti al suo Napoli e a Mazzarri, Antonio Conte non si è tirato indietro. Anzi. Il tecnico bianconero ha voluto mettere subito le carte in tavola senza giri di parole.
«Sarà la partita più difficile, il test più probante dall’inizio del campionato»
ha detto ieri a Vinovo, prima di imbarcarsi sull’aereo per Napoli, dove non è salito Quagliarella, non convocato per un problema muscolare alla gamba sinistra. Al San Paolo sarà 4-2-3-1. Giocheranno gli stessi uomini che hanno battuto l’Inter una settimana fa a San Siro.
“Noi abbiamo un grande rispetto nei confronti del Napoli, ma non temiamo nessuno”
ha rilanciato Conte
“Andremo a giocarci la partita, avendo studiato gli azzurri nei minimi particolari, sapendo i loro punti di forza e dove potremmo fargli male, consci delle difficoltà che nasconde questa partita. È un impegno troppo importante, molto tosto, sono curioso di vedere come la mia squadra supererà l’esame San Paolo”.
Il tecnico ha fatto capire che non sarà una passeggiata. Anzi.
«Ho visto la sfida contro il Bayern, partire col 3-0 e trovare la forza di rimettersi in gioco significa comunque che ci sono dei valori molto importanti, cosa che non ho scoperto adesso. La partita di Champions a livello fisico non lascerà nessuno strascico. Affronteremo una squadra che ho indicato fin dall’inizio tra le papabili alla vittoria del campionato. Dietro c’è un grandissimo lavoro, un progetto. Non dimentichiamoci che il Napoli, cinque anni fa, era come la Juve in serie B. Sono riusciti a trovare le persone giuste, un progetto, a lavorarci sopra, e debbo dire che la società, Reja e Mazzarri sono stati gli artefici di tutto questo».
Appunto Mazzarri. Conte per lui ha avuto solo parole dolci:
«È un allenatore che stimo molto, da tempi non sospetti, è competente, ovunque è andato ha dato sempre la sua impronta, un’idea di gioco. Il Napoli ha due anni e mezzo di lavoro in più rispetto a noi. Migliorano la rosa, fanno acquisti mirati. Non è un caso se ora si giocano lo scudetto e dopo 21 anni sono protagonisti in Champions, dove si stanno facendo onore. Di fronte hanno il City e il Bayern, due squadre che stanno dominando i loro campionati. Io sono uno che non ama fare troppi complimenti. Anzi. Però mi sembra questo il caso di farlo, perché il Napoli e Mazzarri sono un bell’insegnamento».
A proposito di paragoni, Conte poi ha dribblato sia quello con Mazzarri che quello con la Juve del passato dove giocava lui:
«Fare parallelismi è molto prematuro. L’esempio della Juve di quegli anni, che ha fatto 4 finali consecutive – una di Coppa Uefa e tre di Champions – adesso è il Barcellona. Quindi andiamoci piano. Serve tempo, siamo all’inizio del progetto». Che in futuro non prevede Del Piero. Il tecnico prima ha voluto mettere le cose in chiaro. «Non lo vedo con un’altra maglia. Sono solo fantasie. Adesso sono contento che giochi per me». E poi ha attaccato: «Penso che più di me non ci sia nessuno che voglia il bene della Juve. Questa cosa che sia chiara. E quindi io continuo a fare le mie scelte tecniche, sapendo e ribadendo a tutti che più di me non c’è nessuno al mondo che vuole il bene della Juve. Perché lo devo ancora trovare uno. Poi se lo troviamo, ci confrontiamo. Devo fare delle scelte. Schiero sempre la squadra migliore. Non devo fare il tifoso, io devo fare l’allenatore. Sono pagato per questo e per riportare la Juve ai vertici. Capisco tutto e rispetto il lavoro di tutti, anche le esternazioni a volte estemporanee, però alla fine qui chi prende le decisioni sono io, che vada bene o vada male a tutti. Però finché ci sono io, comando io».
Parola di Antonio Conte.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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