Il tempio del calcio uruguagio, ovvero lo stadio “Centenario” di Montevideo, ospita una sfida “mondiale”: Uruguay-Olanda. Cavani & company tenteranno dunque di dare il ben servito agli uomini in maglia arancione, fautori della loro eliminazione alla scorsa Coppa del Mondo in Sud Africa. Come anticipato nel pomeriggio, il ct Oscar Tabarez schiera il “Matador” con Suarez e Forlan in attacco, Gargano parte invece dalla panchina. Dai primi minuti emerge chiaramente la spiccata propensione offensiva della “Celeste”. come terzo centrocampista a sinistra c’è infatti Ramirez, fantasista del Bologna; dall’altra parte l’Olanda non è da meno: schieramento a specchio di van Marwijk, 4-3-3, con un tridente formato da Van Persie, Kuyt e Huntelaar e con Afellay come esterno aggiunto. La posizione occupata dal bomber azzurro è nettamente diversa dal raggio d’azione solitamente coperto nel club partenopeo, si trova infatti ad agire prevalentemente sulla destra, molto defilato dallo specchio della porta. Gli Orange sembrano padroni del campo: coscienti della vulnerabilità degli esterni uruguagi, non lesinano attacchi alle corsie esterne; la difesa schierata da Tabarez traballa non poco. Al 20′ si fa vedere l’Uruguay: movimento di Cavani sulla sinistra, intuizione di Suarez che lo serve con precisione, il numero 7 rientra sul piede preferito e calcia, blocca con sicurezza l’estremo difensore Krul. Ancora “Celeste” al 24′: Suarez s’invola sulla sinistra, supera agilmente un avversario e serve al centro, Cavani colpisce di testa a botta sicura, ma la sfera viene respinta dal numero 5 olandese Pieters sulla linea di porta. Al 37′ ottimo triangolo Kuyt-Huntelaar-Van Persie, quest’ultimo però, all’interno dell’area di rigore, spreca tutto sparando il pallone in curva. Al 42′ l’Uruguay va in gol ma il direttore di gara Pitana annulla per fuorigioco di Suarez, su passaggio del compagno di reparto Cavani, forse troppo generoso nell’occasione. La prima frazione di gioco termina dopo un solo minuto di recupero: il match è apparso equilibrato, l’Uruguay ha avuto le occasioni migliori e l’Olanda ha dimostrato di essere più ordinata in fase di organizzazione; la seconda parte di tempo è stata caratterizzata da ripetuti falli, al limite della regolarità, e da qualche episodio arbitrale alquanto discutibile. Nella ripresa il gioco è meno continuo: gli errori dei singoli “spezzano” le azioni e la coralità di movimento lascia spazio all’ormai noto motto “difesa e contropiede”, consuetudine non esclusiva del calcio italiano. La partita può essere sbloccata solo da una giocata personale: all’81’ Cavani riceve palla a centrocampo, salta un avversario, ubriaca di finte il secondo marcatore e serve al centro, Suarez, dopo un primo controllo difettoso, insacca la sfera con un rasoterra beffardo e fa 1-0. Doccia fredda per il “Centenario” al 91′: Kuyt colpisce di testa da calcio d’angolo e deposita il pallone in fondo alla rete rimettendo a posto le cose, 1-1. La magia del “Matador” viene dunque pareggiata dal colpo di rapina dell’attaccante del Liverpool, a Montevideo non si compie la tanto acclamata vendetta, Uruguay Olanda 1-1. Per gli uomini di Tabarez arriva comunque la soddisfazione della “Coppa della Fratellanza” ai calci di rigore; il cecchino del Napoli non sbaglia dal dischetto.
Antonio Fusco
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