Rafael Benitez non vuole sprecare neanche un minuto del suo lavoro nella sua esperienza a Napoli. L’ha dimostrato quando ha deciso di vivere a Castelvolturno, in un albergo vicino al centro d’allenamento del club piuttosto che al centro di Napoli o vicino al mare nella meravigliosa Posillipo come molti giocatori. Champions Matchday ha intervistato l’allenatore del Napoli dopo una sessione d’allenamento mattutina. Benitez ha detto che si è divertito a parlare ma ci ha tenuto a specificare che voleva subito tornare al lavoro, possibilmente con il suo software per studiare la sua squadra e gli avversari. Ecco quanto tradotto in anteprima da IamNaples.it:
Nuovo lavoro, nuova città. Sei felice a Napoli?
“E’ una situazione diversa, una nuova esperienza ed è entusiasmante per me venire in una società ed una città che vuole crescere in Italia ed in Europa. Sono molto felice perchè si vede una grande passione nel raggiungere gli obiettivi”
Ti ha convinto il progetto del club per il futuro?
“Si, è possibile chiaramente vedere che il presidente e tutta la società lavorano per migliorare il club. Ciò rappresenta sempre una sfida per l’allenatore”
In cosa si differenzia la città sotto l’aspetto calcistico da Liverpool e Valencia?
“Non è una città dove si vive il calcio, è una città dove si respira calcio, dove i tifosi sono realmente appassionati. Ho sempre detto che è come Liverpool riguardo ai tifosi. Non è la capitale di una Nazione, così tutti vogliono fare sempre meglio. Non è solo il calcio, è qualcosa di più di esso”
Quanto ti ha aiutato aver allenato in diversi Paesi in Europa?
“E’ importante vedere la realtà da una prospettiva differente, con una mentalità diversa. Ti fa capire cosa significa il calcio per molte persone e l’opportunità che noi abbiamo di essere pagati per farlo”
Hai un background da insegnante. Quanto ti ha aiutato nel mestiere di allenatore?
“E’ importante perché ho lavorato con i giovani per tre o quattro anni e dopo nel settore giovanile. Insegnare è sempre importante, per far capire ai giocatori cosa hanno bisogno di fare, anche se è ancora più importante parlare con loro di cosa devono fare. Se i giovani calciatori capiscono cosa devono fare, lo faranno sempre”
Tu hai vinto la Champions League. Cosa ti è mancato di essa quando non l’hai disputata?
“Ho fatto molto bene con il Valencia anche se Cuper prima di me è andato ancora meglio, raggiungendo due finali. Al Liverpool è andata bene per un certo numero di anni. E’ una competizione unica, tutti gli allenatori e i giocatori vogliono farla bene. L’atmosfera è grandiosa, speciale, lo puoi vedere in tutte le gare”
Il Napoli vuole crescere a livello europeo. Ciò è importante per te?
“Non penso che vogliono crescere, credo che stanno crescendo. Da tutti i giocatori che si sono uniti da queste parti ai discorsi che fa il presidente, tu puoi verificare che il club e la squadra stanno crescendo. Questo cammino sarà importante per la città, i tifosi e la squadra”
Tre giocatori del Napoli hanno giocato nel Real Madrid. Cosa possono dare alla squadra?
“Tutta la loro qualità ed esperienza. Anche Reina e Mertens sono giocatori che hanno raggiunto livelli importanti. Questi giocatori sono venuti al Napoli perché stiamo crescendo. Questo è un chiaro esempio di dove vuole arrivare questa società e a che punto siamo al momento”
Uno dei giocatori acquistati è Gonzalo Higuain. Quanto sarà difficile per lui replicare ciò che ha fatto Edinson Cavani?
“Higuain è un calciatore fantastico che ha giocato ad altissimi livelli ma ripetere ciò che ha fatto Cavani è differente. Gonzalo ha bisogno di adattarsi al nuovo club e alla squadra, ma in termini di qualità non ci sono dubbi che è dello stesso livello se non superiore rispetto a Cavani. Ha bisogno di farlo vedere in campo adesso ma ha dimostrato al Real Madrid di essere un giocatore di grandi qualità”
Quanto è importante per il Napoli un giocatore come Hamsik?
“A me non piace parlare dei singoli ma Hamsik è una figura-chiave per me. Se lui gioca bene anche la squadra gioca bene”
A te piace giocare a scacchi e divertirti con i giochi di strategia. Quanto è stato importante durante la tua carriera?
“Si, a me piace studiare sempre gli avversari, i giocatori e arrivare a ottenere il massimo da loro. A volte lavoro su come giocano sul campo, sulla loro qualità. A me piace prima guardare tutti i giocatori che ho a disposizione e poi ai sistemi tattici che posso usare”
In un mondo ideale come ti piacerebbe si giocasse a calcio?
“Mi piacerebbe giocare a calcio ma molti credono che giocare a calcio sia sempre prendere il pallone. Giocare bene a calcio è prendere il pallone e giocare a lungo. La squadra ha bisogno dell’equilibrio tra attacco e difesa”
Tu così ti sei focalizzato soprattutto sul possesso palla, come molte squadre fecero dopo il successo della Spagna?
“Il possesso palla è importante nelle gare dove c’è bisogno, nella metà campo avversaria, di stare vicino all’obiettivo, ciò significa che per arrivare al punto che si vuole raggiungere. Si vedono tante gare dove la squadra che raggiunge la percentuale più alta di possesso palla perde”
Johan Cruyff ha detto una volta che il compito di un allenatore è intrattenere. Carlo Ancelotti ha detto che, se ci si vuole divertire, si va al cinema. Cosa ne pensi?
“Bisogna provare a giocare bene per vincere più gare possibili. Se tu giochi bene e vinci, i tifosi si divertono.”
La filosofia di un allenatore è influenzata dai giocatori a propria disposizione?
“Quando entri in un nuovo club, si possono comprare i calciatori adatti al proprio sistema di gioco. Ciò è importante, ma tu non puoi comprarne troppi se devi poi adattare ai nuovi giocatori la squadra che già hai a disposizione. Io notavo che era una squadra con buone qualità, noi abbiamo comprato alcuni calciatori e adesso abbiamo bisogno di lavorare insieme per mettere in mostra la nostra forza”
Dove può arrivare questa squadra?
“E’ una squadra con la giusta mentalità, c’è buona disponibilità di tutti anche in ogni sessione d’allenamento. Se le cose restano su questa lunghezza d’onda, e prendiamo confidenza con le vittorie vincendo alcune gare, sono sicuro che possiamo fare bene”
Ciro Troise
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