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Anno d’oro di Mazzarri, il tecnico più pagato in Italia con 2,1 milioni

Il tecnico del Napoli milioni batte anche Allegri

Anno magico il 2011 per Walter Mazzarri, il più importante, un anno indimenticabile che va ad aggiungersi a una carriera di successi a tutti i livelli, in tutte le categorie. La stagione scorsa il terzo posto in campionato e la qualificazione storica in Champions, in questa stagione la perla della qualificazione tra le prime sedici squadre d’Europa a spese del Manchester City, il ricchissimo club inglese. Una lunga cavalcata trionfale, passata anche attraverso il faccia a faccia di fine maggio con il presidente De Laurentiis.
Un incontro che sancì la continuità del progetto tecnico vincente e la nuova stretta di mano con conseguente e giustificato aumento d’ingaggio all’allenatore toscano per gli ottimi risultati conseguiti in due anni di lavoro sulla panchina azzurra.
Ora il tecnico azzurro con 2.1 milioni di euro è in testa alla classifica, precede di poco Allegri (che sta discutendo con il Milan del rinnovo con relativo aumento) e Luis Enrique che ha avviato il progetto Roma. A seguire gli altri, compreso Ranieri che è subentrato però in corso d’opera alla guida di Gasperini nell’Inter. Mazzarri ha scalato posizioni con il lavoro di campo, ciò è frutto della lunga gavetta passata attraverso gli anni di C e di B: Acireale, Pistoiese, Livorno, gli anni con la Reggina, le varie promozioni, e poi la Sampdoria. Tutte squadre portate a risultati storici, squadre che quando lui ha lasciato hanno avuto un netto peggioramento in termini di risultati (Acireale e Pistoiese sono state cancellate dai campionati, la Samp dai preliminari di Champions League è retrocessa in serie B, e anche Livorno e Reggina sono in B e non riescono a risalire in massima serie).
Mazzarri, l’allenatore tra i numero uno in Italia per la capacità di valorizzare le risorse umane a sua disposizione: con lui alla guida il patrimonio del parco giocatori del Napoli è cresciuto in maniera esponenziale. Tutti adesso nella rosa azzurra valgono molto di più e non solo i campionissimi per i quali si sentono cifre da capogiro (vedi le ultime offerte del Chelsea per Cavani e Hamsik). In termini economici quindi c’è stato un netto miglioramento della rosa del Napoli. Mazzarri tra i numero uno anche per la capacità di lasciare la sua impronta, la squadra è a sua immagine e somiglianza, nei pregi e nei difetti. Il gruppo è tutto con lui e gli abbracci di Cavani dopo i gol al Lecce sono stati gli ennesimi messaggi di stima in un momento particolare vissuto dall’allenatore dopo la sconfitta contro la Roma.
A Mazzarri è stato riconosciuto dalla società azzurra una sorta di premio produzione per il lavoro svolto alla guida del Napoli e alla vigilia della stagione super impegnativa tra campionato e Champions League. Il Napoli ha un’anima, quella del suo «condottiero» in panchina. Un portale canadese alla voce miglior allenatore ha indicato proprio il tecnico toscano sottolineando «il suo capolavoro e il talento del tridente offensivo composto da Hamsik, Cavani e Lavezzi».
Il progetto Mazzarri è cominciato con il suo ingresso al posto di Donadoni. Quando De Laurentiis lo chiamò gli azzurri erano sest’ultimi in serue A, a febbraio saranno impegnati negli ottavi di Champions League contro il Chelsea. Sono passati appena due anni. Nel 2011 sono stati 61 i punti conquistati da Mazzarri con il Napoli, hanno fatto meglio Allegri del Milan (80), Guidolin dell’Udinese (75) e sia pure di pochissimo Reja alla Lazio (63). Al rendimento in campionato va ad aggiungersi la qualificazione ai sedicesimi di finale di Europa League e l’ottimo girone di Champions chiuso al secondo posto con undici punti alle spalle del Bayern, primo con tredici. Il Napoli che ha fatto ritorno dopo vent’anni nell’Europa che conta, inserito in un girone di ferro, ha sbalordito tutti e si propone ancora tra le possibili sorprese della seconda fase.
Obiettivo raggiunto da Mazzarri con la stessa squadra dell’anno scorso, più Inler. Eccezion fatta per Fernandez e Dzemaili, infatti, l’apporto alla causa dei neo acquisti è stato minimo: Britos e Donadel non si sono praticamente mai visti, messi ko da lunghi infortuni. Una rosa ristretta a 14-15 unità, un altro grande merito dell’allenatore azzurro ora in testa anche nella classifica ingaggi.

 

Fonte: Il Mattino

 

La Redazione

P.S.

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