SUPERCOPPA MERITATA – Guardandosi alle spalle il numero uno bianconero non ha nascosto la sua soddisfazione: «Abbiamo iniziato due anni fa un percorso nuovo cambiando totalmente la squadra. Abbiamo vinto uno scudetto e con ampio merito la Supercoppa. Ora siamo concentrati sul prossimo obiettivo perché la nostra mentalità è guardare sempre al futuro: i successi fanno già parte del passato» . Inevitabile pensare alla Champions… «La Juventus inizia qualsiasi competizione, in Italia e in Europa, decisa a vincere perché è nel nostro dna. In campo internazionale la concorrenza è enorme e le difficoltà non mancano, ma abbiamo una squadra che può dire la sua. Sognare è lecito. In Italia, invece, l’obiettivo deve essere ripetere il successo dello scorso anno» .
NAPOLI, STILE OLIMPICO – Andrea Agnelli, però, di messaggi ne ha lanciati anche altri. Il primo lo ha indirizzato al Napoli che a Pechino ha disertato la cerimonia di premiazione per protesta con l’arbitro. «In queste settimane sono stato a vedere le Olimpiadi e ho avuto la fortuna di apprezzare lo spirito olimpico. Ci sono stati atleti italiani che, anche se penalizzati, hanno rispettato le regole. Mi viene in mente Cammarelle che ha avuto un modo di comportarsi tipico di chi fa sport. Ha mostrato lo stile che bisogna tenere sempre, lo spirito giusto per uno sportivo». Eccoci alla “botta” per la Giustizia Sportiva che ha fermato per 10 mesi Conte, mentre Palazzi ha fatto ricorso contro le assoluzioni di Bonucci e Pepe. «Abbiamo sempre tenuto una linea chiara sottolineando che queste sono vicende alle quali la Juventus non ha preso parte e che non vogliamo essere associati a questioni che non ci riguardano. Portiamo avanti una linea condivisa con la squadra e con l’allenatore per una vicenda difficile, complicata e sgradevole. Tutto quello che è successo deve farci pensare su come agisce la Giustizia Sportiva e, come ha detto mio cugino Andrea, bisogna fare una riflessione sulla Giustizia Sportiva in generale. Noi comunque siamo fiduciosi e aspettiamo con ottimismo. Il nostro condottiero (Conte, ndr) va difeso anche perché si è distinto per le sue capacità e per le sue qualità».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.
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