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Ancora veleni: ma perché dicono no alla moviola?

La Lazio ha sognato un derby trionfale grazie a un Felipe fantastico, ma il sogno è durato solo fino al 45’. La Roma ha sperato in una domenica comunque positiva perché ha un fuoriclasse che si chiama Totti e anche un pareggio, preso per i capelli, poteva essere utilissimo, però la speranza si è esaurita nella notte. Il Napoli ha creduto in un altro miracoloso recupero dopo la Supercoppa, solo che stavolta la Juve s’è fatta sì riprendere un gol, ma solo quello.

Così, alla fine della domenica scudetto, gli unici vincitori sono stati loro, i campioni d’Italia. Che hanno riportato a tre i punti di vantaggio sulla Roma e hanno allontanato lo spettro delle rimonte, diventato quasi una psicosi. Ne avevano subite una (doppia) in Supercoppa e due in campionato, tutte in meno di un mese. Stavolta, preso il pari, l’incubo si è riaffacciato, però è stato subito scacciato via.

Il gol di Caceres, che ha dato la botta decisiva alla partita, è stato segnato in fuorigioco. Netto, indiscutibile ma difficile da vedere, almeno dal campo. De Laurentiis ha perso le staffe, e fin qui ci sta, ma stavolta si è spazientito perfino il pacioso Benitez. E’ l’ultima goccia di veleno che cade su un campionato già assai nervoso: da Juve-Roma in poi è stato un fuoco di fila di polemiche, accuse, risse verbali. Eppure la soluzione a tutti questi problemi sarebbe piuttosto semplice: la moviola. Non ci stancheremo mai di ripeterlo, a costo di apparire noiosi. Pensateci: al San Paolo sarebbe stato sufficiente interrompere il gioco per qualche istante, esaminare le immagini e prendere la decisione giusta. In tanti sport capita già, e con soddisfazione totale. Viene il sospetto che abbia ragione chi sostiene che l’introduzione della moviola nel calcio trova molti e forti oppositori ai vertici per un motivo: perché in quel caso tutto dovrebbe essere più trasparente e vero. Dopo tanti gol fantasma, decisivi anche ai fini dello scudetto, i soloni che guidano il football si sono arresi all’introduzione della tecnologia per stabilire se la palla abbia o meno varcato la linea di porta. Capiscano, una volta per tutte, che non basta.

Il derby è stato bellissimo. Felipe è un giovane con le stimmate del campione e ha illuminato il grande primo tempo della Lazio; Totti è un campione di fronte al quale non finiamo di restare a bocca aperta. Semmai ci fa rabbia che, ogni volta gli capiti di sbagliare due partite, ci sia chi è pronto a celebrarne la fine. Si mettano l’animo in pace: Totti è ancora fortissimo. Anzi, sembra quasi che continui a migliorare.

Fonte: Carlo Agresti per il Corriere dello Sport

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