Segnò due gol e si procurò il rigore del terzo, Roberto Pruzzo, l’uomo della rimonta, il trascinatore della Roma contro gli scozzesi del Dundee: i giallorossi dovevano vincere 3-0 all’Olimpico per arrivare in finale di coppa dei Campioni 1984 (poi persa all’Olimpico ai rigori contro il Liverpool) e 3-0 vinsero. «Fu una grande vittoria. In questi casi ci vuole la partita perfetta e quel pomeriggio all’Olimpico la Roma giocò una partita perfetta. È chiaro poi che gli episodi devono essere dalla tua parte per darti la spinta decisiva». Come andò quella partita? «Una premessa è d’obbligo: la Roma di base era più forte del Dundee. All’andata sbagliammo partita, a volte nelle coppe può succedere di perdere contro le più deboli. Ma sapevamo di avere dei valori superiori e in campo all’Olimpico lo dimostrammo. La mia doppietta realizzata nel primo tempo ci consentì di proseguire la rimonta nella ripresa senza sbilanciarci troppo. Mi procurai il calcio di rigore che Agostino Di Bartolomei trasformò in maniera impeccabile». La spinta dell’Olimpico fu decisiva? «Sicuramente, però in questi casi deve essere anche la squadra in grado di trascinare i propri tifosi. Ci vuole subito una fiammata, magari un gol nei primi dieci minuti per trascinare l’ambiente». E poi? «Ci vuole la partita perfetta. Il Napoli deve giocare la partita perfetta, anche perché l’Arsenal volendo fare dei paragoni, è nettamente più forte di quel Dundee. Giocare la partita perfetta significa non sbagliare nulla e concretizzare al massimo le occasioni che ti capitano. E ovviamente devi avere anche un po’ di fortuna in modo che tutto possa girare a tuo favore». Ad esempio? «Magari un vantaggio può essere giocare in superiorità numerica. Con le nuove regole ci può stare un’espulsione di un difensore per fallo da ultimo uomo, o magari del portiere come capitò al Borussia Dortmund proprio al San Paolo. Ma è chiaro che questi episodi sei anche tu a determinarli mettendo pressione agli avversari e andando a cercare sempre la giocata giusta». Il Napoli può farcela? «Sicuramente è molto difficile perché ritengo l’Arsenal la squadra più forte del girone, superiore al Borussia Dortmund e più in generale tra le nuove protagoniste di questa Champions League insieme al Psg e all’Atletico Madrid. Ma il Napoli ha il dovere di crederci perché ha gli attaccanti in grado di segnare tre gol». Higuain può essere decisivo? «I gol del Napoli arrivano innanzitutto da Higuain ma non soltanto da lui. E comunque non è mai un solo giocatore a vincere le partite, soprattutto partite come queste. Deve essere la squadra nel suo insieme a funzionare in maniera perfetta: ci vuole un grandissimo Napoli, totalmente diverso rispetto a quello visto contro l’Udinese». E lei si attende un grande Napoli? «Su questo non ho dubbi, il Napoli giocherà una grande partita: gli azzurri daranno tutto quello che hanno e anche di più per firmare un’impresa storica». Quante possibilità hanno gli azzurri di passare il turno? «Spero che possano farcela. Il Napoli in Champions finora ha già fatto molto bene conquistando nove punti in un vero e proprio girone di ferro. Un cammino che dovrebbe essere già premiato con la qualificazione, visto che con meno punti in altri gironi ci sono squadre che andranno avanti».
Fonte: Il Mattino
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