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Ancelotti: “Sarri-Napoli un binomio dai grandi risultati. Che bravo il tecnico azzurro!”

"La bravura di Sarri combinata all'appoggio costante della società sta dando questi risultati"

Carlo Ancelotti parla in esclusiva a Radio 1 nella trasmissione Radio Anch’io Lo Sport l’ex tecnico del Bayern Monaco, Carlo Ancelotti. Si riparte dall’esonero dai bavaresi e da quanto abbia pesato l’assenza di Neuer.

“Non è legato a quello: mancava da aprile e abbiamo vinto comunque la Bundesliga. C’erano altri motivi, legati alla conduzione, la società non credeva più nel mio lavoro e hanno deciso di cambiare. Sono vent’anni che alleno e sono entrato nell’ordine delle idee che fa parte del gioco. Le big sono legate ai risultati e quando tentennano, anche se a dire il vero c’erano nonostante qualche difficoltà, vengono prese delle decisioni. C’è stata mancanza di fiducia nella conduzione della squadra, dovreste chiederlo alla società. Sono state dette tante cose in questo mese ma è acqua passata. Per me è giusto guardare avanti e prendermi tempo per guardare le cose, il calcio da spettatore e con interesse. Cercherò un’altra opportunità in futuro, non adesso”.
Sul futuro.Voglio un progetto che mi dia la tranquillità di lavorare anche se con questo mestiere di serenità ce n’è sempre poca. Ora vediamo tutti i problemi dei vari tecnici, basta un risultato sbagliato che la pressione aumenta. Qualcosa salterà fuori, con serenità aspetto”.

Sulla Premier League. “Sotto certi aspetti è molto interessante, c’è una bella atmosfera negli stadi ma anche in Germania sono molto avanti. Anche in Italia c’è interesse, ora non ho idea di quella che potrà essere la soluzione migliore”.

Ct della Croazia?Ogni giorno ne salta fuori una. Il Chelsea, poi il mio amico Conte si arrabbia. Con Antonio parlo spesso… Poi la Cina, poi l’Everton. Io aspetto il 30 giugno quando scadrà ufficialmente il contratto con il Bayern Monaco e valuterò le varie opportunità che si presenteranno”.

Sul progetto per l’estate. “Quando arrivi in un club, la società è fatta. Ci sono dei giocatori, poi si parla col club per trovare aggiustamenti e migliorie. Poi il tecnico ci mette del suo e continuerò sempre a fare questo: non ho idea ben chiara di quale potrà essere la squadra, il lavoro dell’allenatore è quello di mettere insieme le caratteristiche dei giocatori”.

Sulla Serie A. “E’ diventata molto competitivo e interessante. Ci sono squadre che competono di più con la Juventus come Napoli e Inter, che ha il vantaggio di non giocare le Coppe. Spalletti ha la chance di poter lavorare ogni settimana mettendo le proprie idee. Poi la Lazio che sta facendo un campionato straordinario, poi la Roma mentre purtroppo il Milan è dietro”.

Sul Milan. “Ha cambiato di più delle altre e, come da logica delle cose, serve più tempo per mettere insieme le cose”.

Sulle sorprese e sul divario tra big e piccole. “E’ il calcio che c’è in tutta Europa. C’è poca competitività, però chi si aspettava che il Girona battesse ieri il Real Madrid? Non ci sono gare scontate, lo sono solo dopo. E’ un campionato come gli altri in questo senso”.

Sul Real Madrid e sulla Catalogna. “Non mi piace discutere di politica, è un tema sul quale non vorrei entrare. Mi piace parlare di calcio e questo voglio fare…”.

Ancora sul Milan.Non c’è una ricetta, non ci sono maghi con la bacchetta magica nel calcio. Serve tempo, servono giocatori idonei al progetto. Ha fatto una campagna acquisti definita da tutti straordinaria, non bastano sei mesi per rifare una squadra o una campagna trasferimenti. Serve perseverare nel lavoro e negli investimenti, tutto qua, non c’è una ricetta magica per uscire dai problemi. Dove può arrivare? Il quarto posto è importante perché ti permette di avere più investimenti andando in Champions League. L’importante, però, è non abbattersi. Non è possibile cambiare undici giocatori e in un battibaleno mettere tutto a posto. Questo anno servirà per avere un gruppo più costante avendo qualche altro giocatore nel prossimo mercato. Montella ha ragione quando dice che è difficile avere dei top, per questo il Milan ha preso giovani da far crescere per mettere poi dei big per il futuro”.

Sulla Var. “Solo un folle può pensare che non serva, è arrivata solo troppo tardi. Risolve tante polemiche, mi pare siano tutti d’accordo. Nel prossimo Mondiale ci sarà, eviterà tanti problemi ed è fuori discussione. E’ una cosa nuova a cui doversi adattare ma è molto, molto interessante”.

Sulla Roma. “Mi vedo bene su ogni panchina, su quella della Roma ma non dite che voglio allenarla che Di Francesco si arrabbia. A me piace il calcio, mi piace allenare e qualsiasi panchina va bene”.

Sui centri federali. “L’Italia, a livello giovanile, è migliorata molto. Sacchi, come dt, ha fatto un lavoro che sta dando frutti. I giovani stanno crescendo e nel prossimo futuro, in due-tre anni, ci saranno ancora più giovani interessanti”.

Sulla Juventus.Tornata? E quando è andata via? E’ sempre lì sul pezzo. Il Napoli però ha trovato continuità e Sarri è molto bravo e ha trovato una struttura societaria che gli ha dato possibilità di avere due-tre anni per costruire qualcosa di bello. La bravura di Sarri combinata all’appoggio costante della società e del suo presidente hanno creato questo Napoli, nonostante le discussioni. E’ un binomio che sta dando molti risultati”.

Sull’Italia. “Lo spareggio è sempre un rischio ma lo è per l’Italia quanto per la Svezia. Conteranno anche storia e tradizione, l’Italia è avvantaggiata in questo senso”.

Sui giovani. “Se son bravi giocano, vedi Buffon ai tempi o Verratti. Gli allenatori delle big sono lì per vincere e non per crescere i ragazzi, però. Ci sono tanti ragazzi di qualità: Verratti, Insigne, Gagliardini, Rugani, Belotti, Immobile. I giocatori ci sono”.

Sugli Stati Uniti.Un conto è la Nazionale che gioca partite competitive e nei Mondiali, anche se non nel prossimo anno. Un conto è la MLS che non prevede retrocessioni e le motivazioni di giocatori e squadre non sono di livello e se non ci sono motivazioni non c’è neanche interesse”.

Sulla Serie A. “Il calcio sta cercando di giocare sempre di più per avere sempre più introiti ma è limitata la qualità del gioco. Agli Europei sono arrivati giocatori stanchi, per esempio, e se scade la qualità scade anche l’interesse. Servono meno partite con più qualità, ora è viceversa e siamo sulla strada sbagliata. Serve tornare alle 18 squadre o alle 16. In Germania ci sono 18 squadre e questo crea indiscussi vantaggi”.

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