Il Napoli versione 18/19 riparte da Carlo Ancelotti: 1027 panchine da allenatore in tutte le competizioni, vincendo 607 gare (59%), unico allenatore ad aver vinto il titolo in quattro dei cinque maggiori campionati europei, primo allenatore a vincere Premier League e Fa Cup nella stagione di esordio e tanti altri record e numeri che probabilmente la maggior parte degli appassionati di calcio già conoscono.
Ma cosa rende Ancelotti davvero speciale e come riesce a vincere in ogni parte del globo terraqueo? Queste sono 2 delle domande che si pongono tutti i tifosi di calcio e che da ormai 2 mesi a questa parte si fanno anche i tifosi del Napoli.
Dopo aver assistito ad i primi 10 giorni di allenamento a Dimaro ed aver appreso, in parte, la metodologia di lavoro del mister romagnolo, cerchiamo di dare una risposta a questi quesiti.
LA COMPETIZIONE che crea Carlo Ancelotti all’interno del gruppo, con le sue dichiarazioni e con i suoi metodi di allenamento è una svolta storica all’interno della Società sportiva calcio Napoli che dal suo ritorno in Serie A non ha mai potuto (nei primi anni) o voluto tramite i suoi allenatori (negli ultimi anni) attuare una politica del genere.
Prima Mazzarri e poi Sarri ci avevano abituato all’idea dei titolarissimi e dell’11 titolare imparato a memoria quasi come fosse una cantilena. L’idea e la netta sensazione invece è che quest’anno le cose cambieranno radicalmente: il Napoli ha una rosa molto ampia, così come l’anno scorso, ma verrà utilizzata per intero ed ognuno avrà le sue chanche. Peraltro, lo aveva confermato anche Ancelotti nella conferenza stampa di presentazione del 13 luglio: “Puntiamo a giocare tante partite in tutte le competizioni, sarà indispensabile utilizzare tanti calciatori. Qualsiasi allenatore ha in testa i suoi 11, ma ci sono tanti altri aspetti da considerare: l’ambiente che c’è nel gruppo, il fatto che tutti debbano coinvolti, tutti devono essere motivati e questo fa aumentare l’intensità degli allenamenti e crescere il livello della squadra”
In effetti l’intensità degli allenamenti si è considerevolmente elevata rispetto al ritiro dello scorso anno dove tutti, o quasi, già erano a conoscenza di chi avrebbe giocato dal primo minuto e chi avrebbe fatto panchina. Tanti scontri fisici e tanta velocità stanno caratterizzando anche le partitelle in allenamento che sono il metodo con cui Ancelotti cerca di tirare fuori quel qualcosa in più dai giocatori che vogliono ritagliarsi uno spazio importante in questo Napoli. Ad oggi infatti i giocatori sicuri del posto da titolare sono pochissimi: in attacco Milik e Mertens si giocheranno il ruolo di prima punta, il centrocampo è tutto un punto interrogativo con Diawara e Hamsik che si sfidano per un ruolo da regista e con 4 giocatori giovani e forti come Rog, Zielinski, Allan e Fabiàn che sono in cerca della titolarità nel ruolo di mezzali. Verdi insidia Insigne e Callejon e vuole ritagliarsi un posto importante nel Napoli così come Maksimovic che la dirigenza azzurra ha pagato tantissimi soldi e che vuole dimostrare a tutti che può stare in questa squadra. Con Ghoulam ai box e la cessione di Maggio il Napoli comprerà un altro terzino che potrà giocare sia a destra che a sinistra e che quindi cercherà di scalzare Hysaj o Mario Rui da una delle due fasce nella prima parte di stagione.
Tanta sana e genuina competizione che sembra essere alla base ed il succo del successo di Carlo Ancelotti in tutti questi anni e che non fa sentire nessuno sicuro del posto da titolare. Chi si impegna in allenamento avrà la giusta ricompensa quando il mister lo riterrà opportuno.
Il Napoli di De Laurentiis si appresta a vivere una delle sue stagioni più importanti dal punto di vista della crescita sportiva, si chiede alla piazza ed alla squadra di fare l’ultimo gradino in alto per fare la storia, e affronterà quest’anno con un grande allenatore alla guida, con un allenatore vincente che è una garanzia di successo. E non fa niente se ogni settimana dovremmo fare il toto-formazione, se tutto questo è alla base di una stagione vittoriosa allora ben venga…
A cura di Francesco Russo
© Riproduzione riservata
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