I tre gol rifilati ieri all’Atletico Bosco Frattese sono stati una liberazione per il tecnico dei flegrei, Ciro Amorosetti, nella sua settimana più difficile da quando allena.
Mister, sette giorni sotto i riflettori per la sua squadra anticamorra, con il rischio di steccare la gara in casa davanti a mille spettatori.
«Ammetto di essere stato anche duro, in questi giorni, soprattutto con i miei calciatori più giovani. C’era un’attenzione mediatica senza precedenti per la categoria, con telecamere anche negli spogliatoi per interviste e reportage. Ho richiamato tutti all’attenzione, evitando distrazioni. Ci è andata bene».
È inevitabile, però, che quando si parla di Nuovo Quarto si parli anche di messaggi che esulano dal calcio.
«Tutti ormai conoscono il nostro progetto di legalità, ma spero che si parli della mia squadra anche per quello che di buono sta facendo in campo. Siamo un gruppo affiatato, che ha puntato su calciatori bravi con i piedi ma anche con la testa».
Quando alla guida del Quarto c’era il presidente Paragliola, ora indagato per camorra, lei allenava la squadra e in una intercettazione ambientale il boss Perrone voleva il suo esonero.
«L’ho appreso solo qualche settimana fa. Non ne sapevo nulla, ma in quei mesi del 2009 con la dirigenza c’erano molte divergenze di vedute dal punto di vista tecnico. La scelta di richiamarmi sulla panchina della squadra antiracket mi inorgoglisce, perché sono stato considerato una persona onesta e trasparente».
Mister, cosa si prova ad essere i favoriti del torneo?
«Ormai tutte le squadre ci aspettano al varco e ci attendono gare difficilissime. Per questo dovremo sempre tenere nervi saldi e massima concentrazione. Vogliamo vincere sul campo, rispettando sempre gli avversari e il fair-play. Nessuno ci regalerà nulla, com’è giusto che sia».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
