«Alla moglie di un calciatore in arrivo a Napoli direi che è fortunata a venire a stare in città. A Milano o a Verona ti chiudono le porte in faccia e puoi anche morire. Qui sai per certo che non sarai mai da sola, che puoi contare sull’affetto della gente. E per chi vive lontano dalla famiglia è una certezza fondamentale». Caterina Aronica, moglie del difensore del Napoli Totò, va dritta al punto.
Dunque lo scippo subito da Maria Soledad Cavani…
«Poteva succedere ovunque. Napoli non è più insicura di altre città. Sono qui da cinque anni e la mia esperienza è ottima».
Ma lei indosserebbe un orologio da diciottomila euro?
«Guardi io porto sempre uno Swatch: a Napoli, Palermo, Roma, Londra o Parigi. Non spenderei mai tanti soldi per un orologio ma, se lo possedessi, saprei che in certe situazioni sarebbe meglio evitare di portarlo ».
Ma come la mettiamo con gli accessori di lusso. Lei è una fashion addicted…
«Lo ammetto e ammetto di avere un debole per le borse di un certo tipo. Ma anche se mi scippassero una Chanel non me ne farei una malattia. E non darei certo la colpa alla città».
Quartieri Spagnoli a Napoli, Zen a Palermo…
«E altre zone a rischio in altre città. Sono realtà particolari dalle quali tenersi ad una certa distanza. Ovunque ci sono quartieri più pericolosi di altri».
Lei gira con l’autista?
«Ma vuole scherzare? Guido la mia auto, la lascio nei parcheggi e faccio le mie passeggiate. Ogni mattina poi esco con mio marito e la bimba che ha 2 anni, mentre il maschietto di 8 è a scuola».
E non le dà fastidio la pressione dei tifosi?
«Francamente no. Giriamo tranquillamente e non ci turba la richiesta di un autografo o di una stretta di mano. E’ una bella atmosfera. Comunque io sono legatissima a Napoli. Qui è nata Greta, è qui che Giovanni va a scuola e qui farà la Comunione».
Nelle scelte di un calciatore quanto conta l’influenza di una moglie?
«Dipende dagli equilibri di coppia. Personalmente ritengo che un professionista non debba farsi condizionare dalla compagna per valutare le proprie opportunità professionali. Un conto è il campo, altro è la vita casalinga».
Fonte: Il Corriere del Mezzogiorno
La Redazione
M.V.
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