In quello stadio naturale della vela che avrà via Caracciolo, Posillipo, il lungomare di Bagnoli e Pozzuoli come tribune, salpa tra poco più di un mese – dal 16 al 21 aprile – l’ultima tappa delle America’s Cup World Series, circuito preparatorio alla Coppa America che nel corso del 2012 ha fatto scalo anche a Cascais, Plymouth, San Diego, Venezia e Newport.
Sarà anche l’ultima volta per vedere in azione i catamarani Ac45 che chiudono nel golfo di Napoli le prove tecniche di Coppa America prima di lasciare spazio e riflettori ai giganteschi Ac72 (22 metri di lunghezza, 14 di larghezza, 40 metri d’albero, velocità di punta 80 km/h), il catamarano con cui si correrà nella baia di San Francisco a partire da luglio, la Louis Vuitton Cup, le regate degli sfidanti.
L’appuntamento di Napoli vede al via gli stessi sfidanti già visti in azione un anno fa: nove barche in acqua, inclusi i defender di Oracle e i nemici di Artemis. Ci saranno i kiwi di Team New Zealand; per l’appunto Oracle, mostro a due teste (con l’eterno Coutts e il delfino Spithill); Artemis, con dietro l’esperienza dell’ex baffo Cayard. La sorpresa Team Korea; Energy Team e gli inglesi di Jo Morgan. E ovviamente le due Luna Rossa. In programma regate di flotta, match race e speed test, secondo una serie di competizioni spettacolari già ammirate un anno fa.
Russell Coutts, quattro coppe con tre team differenti, skipper-manager del defender Oracle e burattinaio della rivoluzione ha promosso a pieni voti la formula degli Ac45: «Le regate in catamarano sono piaciute, i velisti si divertono e non dobbiamo più aspettare il vento: insomma siamo tutti felici». Gufi e cassandre smentite, quindi, come nella memoria del pubblico napoletano che lo scorso anno, nel giorno del lunedì in Albis affollò all’inverosimile (almeno 250mila persone) il lungomare vedendo in azione queste Batmobile del mare e urlando di gioia ogni volta che una delle due Luna Rossa si avvicinava alla costa. Non è un caso che Oracle, dopo sei appuntamenti delle World Series guidi la classifica provvisoria con 165 punti: 44 in più di Luna Rossa Piranha e poi a inseguire Artemis White, Jp Morgan e Team Korea. Non conteranno nulla -rispetto alla Louis Vuitton – le World Series, ma tutti ci tengono da morire a vincerle. E le regate di Napoli saranno quelle decisive.
Grande attesa per il ritorno sotto il Castel dell’Ovo di Luna Rossa, tornata prepotentemente nel gioco con un investimento di 90 milioni di euro, in acqua a Napoli con due catamarani Ac45: Swordfish e Piranha.
E Napoli riabbraccerà così l’inglese Chris Draper che è stato da poco ufficialmente investito del ruolo di timoniere dell’Ac72 di Luna Rossa nelle regate della Louis Vuitton Cup in programma da luglio a San Francisco, mentre Francesco Bruni ricoprirà il ruolo di tattico, mantenendo però quello di timoniere dell’Ac45 Swordfish durante le regate napoletane.
Max Sirena, skipper del team italiano ha spiegato: «Chris Draper ha dato le garanzie di essere il più adatto a ricoprire il ruolo di timoniere e sono certo che il binomio con Francesco Bruni alla tattica sarà uno dei nostri punti di forza». Draper ha mostrato nel mare della Nuova Zelanda di essere il più adatto a pilotare quei mostri marini concepiti per le onde della baia di San Francisco e per la sfida per la prossima brocca d’argento.
L’equipaggio di Luna Rossa ha passato l’estate australe ad allenarsi ad Auckland nel golfo di Hauraki con l’altro Ac72 alleato, quello di Emirates Team New Zealand. Il team sarà a Napoli intorno al 10 aprile. Con molta probabilità fin dal primo giorno ci sarà Patrizio Bertelli, presidente di Luna Rossa Challenge 2013. Bertelli lo scorso anno rimase davvero incantato dall’ospitalità napoletana: non solo perché la tappa venne vinta da uno dei suoi due equipaggi – ed era la prima sfida di Luna Rossa varata da poco meno di un mese – ma anche per la meravigliosa location partenopea.
Perdutamente innamorato della Coppa America, patron Bertelli farebbe qualsiasi cosa pur di vincerla e di portarla qui in Italia. Luna Rossa porterà il guidone del Circolo della Vela di Palermo, sbandierando il messaggio di una sfida tricolore né del nord né del sud, ma di un’Italia della vela che ha finalmente un bastimento serissimo con cui sfidare americani, neozelandesi e il solito Paul Cayard. E magari nell’ammirare i 15 km di palco naturale in cui gareggeranno i catamarani, il patron di Prada, potrebbe anche convincersi che, in caso di trionfo dell’America’s Cup, il golfo di Napoli potrebbe candidarsi a ospitare la prossima sfida.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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