Alla trasmissione “La tribù del Calcio”, in onda su Premium Calcio, è intervenuto Amauri:
“Palermo è una città che ricordo con grande gioia ed affetto. La gente mi trattava benissimo ed ogni volta che mia moglie andava a fare la spesa le veniva offerto qualcosa. La Juventus? Il trasferimento alla Juve è stata la mia grande occasione, e per il primo anno è stato bellissimo misurarmi a certi livelli e stavo anche molto bene. Il secondo ed il terzo anno sono, invece stati disastrosi, mi sentivo un peso per tutta la squadra e per i miei compagni. Sono stato costretto ad allenarmi da solo sotto un sole cocente ed alla fine ho deciso di allenarmi con i ragazzi della primavera. Italia? Non mi pento di aver scelto la nazionalità italiana anche perché, con Dunga, ho avuto la possibilità di giocare per il Brasile ma rifiutai perché volevo indossare la maglia azzurra. Indossare la maglia dell’Italia per me ha significato più di uno scudetto”
La Redazione
L.D.M.
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