PARMA – Poi si spengono le luci e s’accende l’ira: quando Parma-Napoli è ormai seppellita nello sconforto, la notte diventa incandescente, s’infiamma di collera e dà il via ad un sequel da brividi, un thriller fuori programma che comincia al minuto ventitré, con un «vaffa» sussurrato al vento (al vento?) da Higuain, «ferito» dalla sostituzione decisa da Benitez, e da un battibecco assai animato tra De Laurentiis ed un tifoso. E’ Parma-Napoli, sarebbe una partita qualsiasi, se non ci fosse un 1-0 che induce ad avanzare una serie di interrogativi su quella squadra capace di strapazzare la Juventus e poi di sparire dai suoi stessi panni, e se non si scorgessero i segnali di una labilità nervosa sparsa qua e là, tra il rettangolo di gioco e l’antistadio: e dal vaffa di Higuain allo scontro assai ravvicinato tra De Laurentiis ed un tifoso partenopeo, c’è la sintesi d’una giornataccia, tra intolleranza alle sostituzioni e baruffa ambientale, flash accecanti che ammantano le tenebre, aprono una serie di casi e sfociano in un po’ di caos.
LA RABBIA -Stavolta si ricomincia dalla fine, da quando Parma e Napoli non è più, da quando c’è un nervo scoperto al novantacinquesimo, perché quell’1-0 ha lasciato tracce d’adrenalina, di rabbia ch’esplode nell’antistadio, l’angolo nel quale si ritrova Aurelio De Laurentiis e che diviene il teatro d’una disputa filosofale tra il presidente e un fan «ferito», che reclama «non una vittoria sulla Juventus, ma una squadra protagonista». A volte basta una scintilla per dar vita a materiale infiammabile qual è la delusione di De Laurentiis, che ai microfoni della Rai, ha appena ridimensionato l’apparente collera («non sono né deluso, né arrabbiato») ma che però poi improvvisamente reagisce dinnanzi a quella frase apparentemente innocua ed invece realmente fotografia d’un disagio incontrollabile. De Laurentiis si libera in maniera decisa di quel fan ritenuto insolente, più invasivo che invadente, gli dà una spinta, se ne libera e se ne va, lasciando che il veleno resti nella coda d’una serata paradossale.
IL PIPITA – Poi prima c’è la faccia di Higuain che parla: fuori lui, dentro Zapata e a bordo campo qualcosa accade. Succede, ad esempio, che «el pipita» resti sconcertato, sembra che si chieda «perché mi cambi?» e poi si lascia sfuggire un «vaffa, va» che può essere indirizzato alle stelle, a se stesso o a chiunque altro. E però c’è la reazione, l’insoddisfazione indiscutibile non solo nel faccione sconsolato.
L’EPISODIO DI RAFA -Ma è chiaro che s’è giocato e il Napoli che perde a Parma non ha alcun legame con quello che ha battuto la Juventus: 1-0, mostrandosi, in miniatura, nel finale, ciò che basta a Benitez per aggrapparsi a quell’ideuzza, niente più, di rirtendersi la partita già perduta: «Un tiro, un gol. Forse sulla prestazione ha influito la vittoria della Roma o la convinzione di poterla vincere, di averla in mano. Il Parma ci ha concesso poco spazio; e quanto alla sostituzione Higuain-Zapata, posso dire che Duvan ha fatto bene. Chiarimento con Higuain? Quale chiarimento? Io non ho visto nessuna reazione, pensavo alla partita. Gonzalo non la stava cambiando? A me importa che Duvan l’abbia fatto. Come mai si passa da una prestazione all’altra? La stagione resta entusiasmante, ma serve una rosa ampia per tenere ritmi elevati per un anno intero». La notte è amara.
Fonte: Corriere dello Sport
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