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Amarcord- Udinese-Napoli: tra sogni e progetti di grandezza, il video

Ricordiamo uno splendido Udinese-Napoli, nel segno di Zico e Maradona

Napoli e Udine, ottocentotrentaquattro chilometri che tracciano la distanza, geografica e culturale, di due città diverse ma nella cui storia si riscontrano non poche somiglianze.
La platealità e l’esuberanza dei partenopei e la schiva riservatezza friulana-raccontata con inimitata sensibilità da Pasolini- si toccano nel coraggio delle lotte partigiane e delle quattro giornate di Napoli e nella dignità del proprio senso identitario. Due città di “confine” che, anche nel calcio, hanno saputo conquistarsi la propria occasione di gloria.
Quello che vi raccontiamo oggi è un piccolo pezzo di un calcio “romantico” che forse non c’è più.Un calcio, anche quello, dominato dai grandi club e dai grandi capitali ma in cui era possibile raccontare la favola di due immensi campioni che calcavano campi di provincia e strappavano applausi e ridavano orgoglio a tifoserie troppo abituate alla sconfitta.
Zico e Maradona, due campioni che ebbero il coraggio, in modo e con esiti diversi, di fare una scelta eversiva.Pronti a sconvolgere i rapporti di forza del calcio italiano, da sempre,o quasi, dominato dal trio Juventus-Milan-Inter. Rivoluzionari come solo i geni sanno essere.
La stagione 1984/85 fu segnata dall’approdo a Napoli del fenomeno di Villa Fiorito, arrivato a Napoli grazie allo sforzo economico ed alla tenacia di Ferlaino, oltre che all’indomabile volontà di Maradona di abbracciare una città pronta a donargli tutto il calore di cui Diego aveva bisogno per scrollarsi dalle spalle la tormentata avventura catalana. Quella fu anche la stagione in cui tutte le maggiori squadre puntarono su di un campione straniero: alla Fiorentina arrivò Socrates, Rummenigge all’Inter e Junior al Torino. Wilkins e Hatley furono scelti per il nuovo corso del Milan ed il gigante svedese Stromberg si apprestava a diventare l’idolo dei tifosi atalantini.
Zico, dopo un primo campionato di altissimo livello (19 goal in 24 presenze), visse una stagione minata dagl’infortuni e dal repentino ridimensionamento dell’ambizioni dell’Udinese che in estate si era privata di Virdis, accasatosi al Milan, e di Edinho,tornato al Flamengo.
Seppur a mezzo servizio, la classe del brasiliano non smise di regalare prodezze al pubblico udinese, ormai rassegnato all’addio al proprio campione dopo solo due stagioni. Troppa la saudade per il Brasile e per la squadra, il Flamengo, di cui Arthur Antunes Coimbra fu il simbolo.
La penultima giornata di un campionato senza più obiettivi da raggiungere era l’occasione migliore per mettere in scena la sfida tra due dei cristallini talenti della storia del calcio. La partita non deluse le aspettative dei tifosi accorsi ad affollare lo stadio Friuli.
Fu proprio Maradona ad accendere la sfida con una prodeza su punizione. Libera da pressioni, l’Udinese non si scompose e giunse al pareggio con la rete in mischia del terzino Calbaroli sugli sviluppi di una punizione.Nel primo tempo l’Udinese mise sotto pressione gli azzurri,colpì tre pali e non concretizzò la superiorità, oltre che per sfortuna,per le ottime parate di Castellini. Vantaggio che arrivò nella ripresa con un’altra punizione di un giovane De Agostini con un potente esterno sinistro. Il quarto legno colpito ancora su punizione di Zico negarono al brasiliano la gioia del goal nella sua ultima apparizione al cospetto del pubblico friulano.
Nel finale Maradona gli negò anche la soddisfazione della vittoria firmando la sua personale doppietta (due i goal dell’argentino anche nella partita d’andata) ed il due a due finale con un goal viziato da fallo di mano, incredibilmente simile a quello che un anno dopo divenne celeberrimo come la “mano de dìos”.
Le immagini sgranate che vi proponiamo di quella partita restituiscono ancor di più il senso di un calcio “romantico” che non c’è più, forse…
Quello fu l’anno di un’altra favola, quella dell’Hellas Verona di Bagnoli che riuscì nell’impresa di vincere, con sorpresa ma con pieno merito, il suo primo e ultimo scudetto.
Una favola che non può più avverarsi,forse…

Vi proponiamo il video di quel 2-2, nel segno di Zico e Maradona:

Pompilio Salerno

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