Accade a volte che tra un calciatore ed una tifoseria nasca uno rapporto speciale, un affetto che spesso prescinde persino le qualità tecniche o le prestazioni in campo. Accade quando il tifoso sente rivivere nel calciatore il suo stesso trasporto, la stessa affezione ai colori della squadra, la stessa frustrazione in caso di sconfitta.
Quando domani il Napoli scenderà in campo per la trasferta di Siena, si troverà di fronte una parte importante del suo recente passato. Emanuele Calaiò è stato, senza alcun ombra di dubbio, tra gli artefici della rinascita del Napoli e a lui i tifosi presenti al Franchi non mancheranno di ricordargli che quel sentimento non è mutato, anche se quel Napoli è volato un po’ più in là.
Calaiò non hai mai nascosto la propria volontà di tornare, nemmeno ora che a Siena ha trovato quella considerazione che a tratti a Napoli gli è stata negata. L’amore è cieco e spesso conosce ragioni che alla ragione sono sconosciute
Non sarà Cavani, e di certo nemmeno Lavezzi, ma quando pensi a Calaiò pensi agli anni bui della C,al la faticosa risalita dalla B, a quel goal al Bentegodi che sancì, proprio nell’odiata Verona, il ritorno nella massima serie. Anche grazie ai suoi goal (40 in quattro stagioni, nda) il Napoli è tornato nel posto che gli compete ma quella è stata una gioia che a Calaiò è stata in parte negata, mai considerato a livello delle ambizioni della società e persino degli stessi tifosi che l’hanno sempre difeso.
Nell’anno del ritorno in A gli fu preferito sin da subito Zalayeta (Reja dichiarò pubblicamente la sua predilezione per l’uruguaiano che avrebbe giocato sempre, anche al 60% della forma), l’anno seguente – chiuso dall’arrivo di Denis – l’attaccante palermitano fu costretto, suo malgrado, a lasciare Napoli. Una separazione che però sembrò inevitabile già alla fine della stagione precedente, quando nel corso della gara con la Reggina Calaiò – relegato ormai a panchinaro di lusso – insistè, contravvenendo alle indicazioni di Reja, per battere un rigore assegnato agli azzurri. L’errore dal dischetto disegnò il punto più basso di un rapporto difficile che viveva ormai il suo triste epilogo. La sanzione amministrativa di tremila euro comminata al giocatore, più che atto di autorità della società sembrò una lettera di dimissioni in bianco. Eppure Calaiò voleva solo riprendersi il suo Napoli, rilanciare una squadra che viveva un momento di flessione, ripagare la stima che i tifosi gli dimostravano fischiando l’allenatore ad ogni sua esclusione. Voleva dimostrare di valere quella squadra e quell’amore, ma come spesso accade a chi ama, il troppo amore gli ha offuscato la mente ed intorpidito il corpo. Non sarà un bomber di razza ma Calaiò aveva di certo le doti per ritagliarsi uno spazio nel Napoli, anche se non da primattore; qualcuno ha però deciso che ad Emanuele da Palermo non si addicesse nemmeno quello di comparsa. C’è da sperare che nessuno gli racconti mai che quel ruolo è toccato ad attori “consumati” come Russotto, De Zerbi ed Hoffer.
Nonostante i veleni e le polemiche che hanno portato alla sua cessione, Calaiò non ha serbato nessun rancore per Napoli e non è alla ricerca di alcuna rivincita. Difficile non immaginare, però, che la recente doppietta ai danni della Lazio di Reja non abbia avuto per l’attaccante del Siena il gusto della vendetta sportiva. Una rivalsa che, per ironia della sorte si è consumata dagli undici metri, proprio come dagli undici metri si rese pubblico il loro amore mai sbocciato. Chi conosce Calaiò, il suo carattere, sa che domenica lotterà su ogni pallone e darà l’anima per vincere, lo farà per i suoi nuovi tifosi ma, soprattutto, per quella gente che non ha mai dimenticato, per dimostrare anche ora che quell’amore se l’è meritato. Chi lo conosce davvero, però, sa anche che se dovesse essere il Napoli a prevalere Calaiò gioirà come se avesse vinto anche lui. In fondo, chi ama lo fa per sempre, nonostante tutto. Grazie d’essere stato parte della nostra storia, grazie d’essere stato semplicemente Calaiò.
Pompilio Salerno
Ecco il video con alcuni gol di Calaiò in maglia azzurra:
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