E alla fine è arrivato, inaspettato e bruciante, il momento della sconfitta.
Dopo la delusione casalinga con l’Udinese, il Napoli è chiamato al pronto riscatto nella delicata trasferta di Palermo per difendere il secondo posto in classifica e inseguire la qualificazione in Champions, possibilmente provando a evitare le forche caudine del preliminare. Perso ormai il suo vecchio status internazionale (gli azzurri in Champions sarebbe inserito in quarta fascia, ndr) il Napoli incapperebbe con molta probabilità in un sorteggio poco favorevole, senza considerare le ripercussioni negative sulla prossima stagione causate dall’inevitabile anticipo della preparazione.
La sfida al ritrovato Palermo di Delio Rossi arriva in un momento assai delicato per le sorti del campionato del Napoli. La 35esima giornata di campionato potrebbe rivelarsi poco favorevole agli azzurri che, se da un lato hanno la possibilità di approfittare dello scontro diretto in chiave Champions tra Inter e Lazio, dall’altro dovranno temere i probabili successi casalinghi delle dirette inseguitrici Udinese e Roma, impegnate rispettivamente con il Parma e il Chievo. Fondamentale a tal proposito portare a casa punti dalla sfida del Barbera, impresa tutt’altro che agevole in ragione del ritrovato entusiasmo della squadra siciliana, rilanciata dal ritorno in panchina di Delio Rossi e dall’impresa dell’Olimpico con la Roma. I valori tecnici della rosa del Palermo sono indiscutibili e il Napoli dovrà far fronte all’importanti assenze del capitano Cannavaro e di Lavezzi, giocatore fondamentale per le ripartenze degli azzurri ma apparso in cattive condizioni fisiche nella sfida di domenica all’Udinese.
Napoli e Palermo sono realtà calcistiche accomunate, oltre che dalle ambizioni di grandezza e dall’aver puntato sulla qualità di giovani promesse, proprio dall’entusiasmo e il forte attaccamento dei tifosi alle sorti della squadra. Per il Napoli è fondamentale non subire il contraccolpo emotivo causato dal ridimensionamento delle ambizioni scudetto, con troppa facilità rinfocolate da un ambiente che spesso alla sua straordinaria passione fa corrispondere, in senso opposto, eccessivi entusiasmi e immotivato scoramento.
Provando ancora una volta a non scadere in basse retoriche, non posso che giudicare un segno di grande maturità dei tifosi (spesso dotati di maggiore acume di molti sedicenti commentatori sportivi…) gli applausi che hanno accompagnato la squadra negli spogliatoi dopo la sconfitta con l’Udinese. E’ su questa simbiosi con la propria gente che il Napoli può erigere un altro importante pilastro per un futuro di successi. Condivisione degli obiettivi, lungimiranza, lucidità, serenità di giudizio nel sacrosanto diritto di critica costruttiva sono gli elementi indefettibili per costruire un ambiente sano e una realtà vincente.
Si vince e si perde assieme, è giunto il momento di dimostrarlo con i fatti.
Proprio a testimonianza dei possibili risvolti negativi di una passione poco matura ho scelto di raccontarvi l’ultima vittoria del Napoli sul campo del Palermo. Il 16 marzo 1969 il Napoli di Sivori, Zoff, Canè e Altafini scende in campo alla Favorita per affrontare i rosanero nella settima giornata di ritorno. La partita fu vibrante e carica di emozioni, gli azzurri si portarono in vantaggio con una rete di Barison ma dovette subire il furioso ritorno dei siciliani che già prima dell’intervallo ribaltarono il risultato grazie alla doppietta di Troja. Nella ripresa il Napoli prima raggiunse il pareggio con un rigore di Altafini e poi sancì il definitivo 2 a 3 con una marcatura di Miceli. Altafini, estroso con la palla al piede quanto fumantino di carattere, dopo il rigore del momentaneo pareggio pensò bene di ripagare i tifosi palermitani rei di averlo “beccato” per tutto l’incontro – con un plateale quanto stigmatizzabile gesto dell’ombrello. L’offesa ricevuta e l’esito negativo della gara scatenarono l’irrefrenabile rabbia dei tifosi di casa che invasero il campo e costrinsero l’arbitro a laciare lo stadio addirittura in elicottero. Sorte simile a quella dei giocatori del Napoli, costretti a barricarsi negli spogliatoi. Per Altafini fu necessario persino un travestimento da carabiniere per sfuggire all’ira della folla.
Anni caldi quelli che sarebbero venuti di lì in avanti, peccato che il calcio sia solo un sport….
Servizio a cura di Pompilio Salerno
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