Domenica sera al San Paolo sarà di scena il Bologna e per Mazzarri sarà come chiudere un cerchio,fare il bilancio di questi primi tredici mesi in azzurro. Un anno vissuto intensamente, con la passione e la voglia di superarsi che da sempre è la cifra caratteriale dell’allenatore livornese.
Ama le sfide Mazzarri e quella di Napoli rappresenta, senza alcun dubbio, la prova più ardua da superare: riportare i partenopei ai vertici del calcio italiano. Guardando la classifica odierna e con ancora negli occhi le prestazioni di alto livello offerte dagli azzurri, è difficile ricordare il punto dal quale si è partiti.
Quella ereditata dal tecnico di San Vincenzo era una squadra in cui erano già visibili le grandi qualità di alcuni calciatori ma i cui risultati negativi dimostravano come il gap da colmare, prima ancora che negli uomini, risiedeva nella convinzione e nella consapevolezza del proprio valore.
I prodromi di un nuovo Napoli si videro sin dall’esordio di Mazzarri il 6 ottobre 2009 proprio contro il Bologna.Una gara messa subito in salita dal vantaggio emiliano ma ribaltata tenacemente nei minuti di recupero dal goal di Maggio.Da quella partita il Napoli infilò una serie di quindici partite senza sconfitta ( 8 vittorie e 7 pareggi), gettando le basi di una squadra che oggi compete a pieno titolo per un posto in Champions.
Napoli e Bologna non sono divise da una vecchia rivalità sportiva ma unite dalla passione dei propri tifosi e da una storia che ha fatto conoscere loro il luccichio dei trionfi e la polvere della sconfitta. Storia in cui si sono incrociati uomini e vittorie, proprio come nella stagione 1973/74 quando il Napoli di Canè,Clerici e Juliano lottò fino alla fine per lo scudetto con Juventus, Inter e Lazio. Alla fine fu proprio la squadra di Maestrelli e del capocannoniere Chinaglia ad aggiudicarsi il suo primo tricolore.Nella stessa stagione è il Bologna del “petisso” Pesaola, ex calciatore ed ex allenatore del Napoli, e del bomber Savoldi che nel 1975 fu acquistato dai partenopei per la cifra record di due miliardi di lire, a conquistare la Coppa Italia.
La sfida tra le due compagini arrivò alla terz’ultima giornata del girone d’andata. Il 13 gennaio 1974 allo stadio di Fuorigrotta fu però decisivo un altro attaccante.Con la sua doppietta, Sergio Clerici, soprannominato “el gringo”, assicurò la vittoria al Napoli che continuò la sua corsa verso il terzo posto finale, posizione che oggi regalerebbe al Napoli la qualificazione in Champion League, a Mazzarri la vittoria nella sua sfida più difficile e stimolante e ai tifosi un sogno atteso vent’anni.
Pompilio Salerno
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