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Amarcord- Cesena-Napoli: quando ad esordire erano i Campioni d’Italia…

Il 13 Settembre 1987 gli azzurri Campioni d'Italia vinsero all'esordio a Cesena con un gol di Bagni

Siamo pronti. Lo eravamo già due settimane fa. Siamo pronti a metter fine al lungo digiuno di calcio a cui l’ennesima estate di chiacchiere pallonare c’ha costretti; tante parole, spesso confuse, che hanno contribuito solo a disaffezionare ulteriormente i tifosi a un calcio sempre più invischiato in faccende che con il campo hanno poco a che fare, senza – peraltro – risolvere nessuno dei problemi che affligge lo sport più amato d’Italia.
Messi alle spalle, per il momento, contributi di solidarietà, regimi fiscali speciali, contratto collettivo e possibilità di allenamenti separati (in attesa di riparlarne stancamente a fine campionato o al primo capriccio di una delle due parti, Lega e AIC), il “mondo del pallone” si appresta a dare inizio a una stagione che si prevede combattuta e di notevole interesse per le molte novità che presenta. Il rafforzamento del Milan campione d’Italia, che ha puntellato una rosa già competitiva ma senza il colpo sensazionale che i tifosi aspettavano. La rivoluzione (azzardata?) dell’Inter orfana di Eto’o e affidata alla scommessa Gasperini, per la prima volta alla guida di un grande club. Il 4-2-4 di Antonio Conte, chiamato a ridare lustro ai fasti della storia bianconera mortificati da due stagioni fallimentari fatte di sprechi, errori e promesse disattese. Senza dimenticare la nuova Roma a “stelle e strisce” in salsa catalana in cui Luis Enrique imparerà presto che moduli e allenamenti non bastano a far calcio nella capitale di questo disastrato Paese.
In ultimo, ma non ultimo, il Napoli dei “miracoli” di Mazzarri e De Laurentis, chiamato alla stagione della definitiva consacrazione a favorita del campionato e dell’agognato ritorno in Champion League (in realtà esordio nella competizione con l’attuale formula e denominazione). La società ha operato con oculatezza, provando a rinforzare la rosa tenendo d’occhio il bilancio. Se le scelte fatte sono vincenti e la squadra adeguata ai tanti impegni previsti lo stabilirà solo il tempo. Rimane l’unico rimpianto di non essere riusciti a mettere a segno l’acquisto di un top player che avrebbe innalzato il tasso tecnico della rosa e riscaldato ancor di più l’animo dei tifosi azzurri. La società c’ha provato e con decisione. Ha però dovuto incassare il rifiuto sia di Vucinic, voglioso di fare un’esperienza all’estero – prima di ricredersi e accasarsi alla Juve -, che di Giuseppe Rossi, per il quale si è mosso lo stesso De Laurentis, arrivando ad offrire la notevole cifra di 32 milioni d’euro. In tale ottica, l’arrivo in prestito per un anno di Goran Pandev appare funzionale ad un nuovo tentativo d’arrivare, la prossima stagione, al talento del Villareal o a un altro calciatore in grado di contribuire al definitivo salto di qualità della squadra di Mazzarri.
In attesa di calcare i prestigiosi prati dei più importanti stadi d’Europa, il campionato del Napoli prenderà avvio dal manto erboso sintetico (il primo in Italia) dello stadio Manuzzi di Cesena. La sfida con i romagnoli richiama alla mente ricordi dolci di tante vittorie azzurre, ultima lo scintillante 1-4 della passata stagione, ma nasconde, altresì, notevoli insidie. Basti pensare che alla seconda giornata dello scorso campionato rimase vittima dell’immenso entusiasmo cesenate persino il Milan di Allegri. Di entusiasmo sarà colmo anche domani lo stadio di Cesena. I tifosi romagnoli saranno ansiosi di vedere all’opera una squadra rivoluzionata dalla mediana in avanti e che potrà schierare il tridente nuovo di zecca formato da Eder, Ghezzal e dal colpo a sorpresa del mercato bianconero, Adrian Mutu.
Il 13 settembre di ventiquattro anni fa un’altra squadra, già campione d’Italia, esordiva in campionato a Cesena, era il Napoli tricolore di Diego Armando Maradona. La squadra guidata in panchina da Ottavio Bianchi e in campo dall’asso argentino si apprestava, di lì a tre giorni, a un altro esordio: quello nella prestigiosa, ed allora elitaria, Coppa dei Campioni (in quegli anni partecipava alla maggiore competizione europea solo la squadra campione di ogni singola nazione UEFA). Il gran caldo e l’atletismo dei cesenati mise in seria difficoltà i campioni d’Italia che riuscirono ad imporsi solo grazie ad un goal di Bagni nel primo tempo, e soffrirono l’offensiva del Cesena che colpì ben tre legni. Il faticoso successo diede il là ad una cavalcata che portò gli azzurri ad avere 4 punti di vantaggio (allora le vittorie valevano solo due punti, ndr) sul Milan dell’esordiente Sacchi a cinque giornate dalla fine. Il crollo finale della squadra di Bianchi è ancora oggi adombrato dai sospetti di una combine legata al calcio scommesse clandestino da parte di alcuni giocatori del Napoli. Peraltro, il calcio italiano – allora come oggi – non era nuovo a scandali legati alle scommesse. Nello stesso campionato, ad esempio, l’Empoli fu penalizzato di cinque punti per essere stato coinvolto in uno scandalo su alcune partite truccate. Sintomo che certi “vizi” nel calcio hanno una lunga storia e una lontana provenienza. Mi piacerebbe che il calcio moderno avesse mantenuto di quel calcio non l’italica inclinazione al malaffare quanto la spontaneità che le inusuali interviste di Galeazzi in coda al servizio ben testimoniano.
Buon campionato.

Vi proponiamo il video-racconto di quell’incontro:

A cura di Pompilio Salerno

 

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