Ricordare, oltre che un bisogno vitale dell’uomo, a volte e’ un evento ineluttabile.
Quando, domani, a Brescia i calciatori del Napoli metteranno piede sull’erba del Rigamonti la loro mente, e la fantasia dei tifosi partenopei, non potra’ che andare al 14 settembre 1986. Il giorno in cui inizio’ tutto. Il giorno in cui cambiarono le sorti di una squadra e di una citta’ che per qualche anno avrebbe fatto parlare di se’ non per criminalita’ e malaffare ma per i successi del Napoli e le gesta del piu’ forte giocatore che abbia mai calcato i campi di calcio.
Il campionato di serie A 1986/87 ripartiva dopo i Mondiali messicani che avevano definitivamente consacrato il genio di Maradona e l’ennesimo scandalo sulle scommesse clandestine che aveva scosso il calcio italiano. L’indangine aveva portato alla penalizzazione di nove punti per l’Udinese
(nella sentenza di primo grado retrocessa in serie B, pena commutata in appello nella suddetta sanzione ), e alla revoca della promozione nella massima serie per la Triestina ed il Lanerossi Vicenza.
Inevitabili pretendenti allo scudetto la Juventus guidata da Rino Marchesi e l’Inter affidata in panchina a Giovanni Trapattoni ed in campo al temperamento del nuovo acquisto Passarella.
Era anche la stagione del nuovo corso del Milan, acquistato da Silvio Berlusconi e rivoluzionato nell’organico con la cessione di Paolo Rossi e gli acquisti di Galli, Massaro, Galderisi e, quello miliardario, di Donadoni. Con i rossoneri il Napoli dara’ vita alla piu’ affascinante rivalita’ calcistica del decennio, segnata da partite spettacolari e campioni indimenticabili.
Il Napoli, alla seconda stagione sotto la guida del tecnico bresciano Ottavio Bianchi, aveva un organico attrezzato ed i meccanismi ormai collaudati per integrare alla classe di Maradona i vari Giordano, Garella, Bagni e Romano. L’obiettivo di spezzare l’egemonia dei grandi club del Nord non era piu’ solo una suggestione dei tifosi.
L’esordio in quel campionato era proprio a Brescia, una trasferta complicata contro una squadra che, nonostante in quella stagione sarebbe retrocessa, poteva vantarsi del talento di un giovane Branco e del ritorno del fantasista bresciano Beccalossi. La partita si rivelo’, infatti, tutt’altro che semplice ma che il Napoli seppe controllare con personalita’ dopo aver trovato il vantaggio nel primo tempo con un goal di straordinaria bellezza del suo campione argentino. Maradona, servito da un passaggio filtrante di Bagni, stoppo; di petto spalle alla porta, mise la palla a terra, parti’ in dribbling e, dopo aver superato quattro avversari, realizzo’ con un sinistro in corsa nell’angolo alto di destra della porta del Brescia. L’ennesima magia di Diego basto’ ad espugnare il Rigamonti ed a dare inizio alla cavalcata del Napoli verso il suo primo scudetto. Una vittoria che la squadra di Bianchi costrui’ , oltre che sulla classe di Maradona,sulla continuita’ e la solidita’ della sua difesa. I 42 punti che valsero il titolo furono, infatti, frutto di 15 vittorie (come l’Inter), 12 pareggi e solo 3 sconfitte, a fronte delle 7 dei nerazzurri e le 5 della Juventus che soffio’ il secondo posto proprio alla squadra milanese.
I partenopei coronarono la stagione dello scudetto e della prima qualificazione in Coppa dei campioni con la conquista della Coppa Italia, ottenuta vincendo tutte le partite (unica squadra ad esserci mai riuscita) e posizionando Giordano (10), Maradona (7) e Carnevale (5)ai primi tre posti della classifica marcatori.
A Brescia quel giorno ebbe inizio una storia conclusasi troppo presto. Agli uomini di Mazzarri l’arduo compito di porre le basi perche’ presto il Napoli torni a riscriverla.
Vi proponiamo il servizio della Domenica Sportiva riguardo Brescia-Napoli 0-1 del 14 Settembre 1986:
Pompilio Salerno
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