Non fa preferenze. Napoli e Juve per lui pari sono. O, almeno, così sembra, così dice. José Altafini. Basta la parola. Uno dei più grandi centravanti che si siano mai visti sui prati del pallone. Anche sui prati di Napoli e Torino. Per sette anni, infatti, è stato azzurro e per altri quattro, immediatamente dopo, bianconero. E ne avrebbe storie da raccontare su Napoli Juve. Tra tante, però, ne sceglie solo due.
E allora, Altafini, da dove si comincia?
«Da un Napoli-Juve del ’66. Era febbraio. E poche settimane dopo al San Paolo ci sarebbe stato il Milan. Inutile nasconderlo, dopo i bruschi divorzi dalla Juve dal Milan, per Sivori e per me quelle erano partite assai sentite. Molto particolari. Insomma, ci tenevamo un sacco a battere le nostre ex squadre. Che però non era cosa semplice neppure quasi cinquant’anni fa».
E invece fu proprio così.
«Sì. Contro la Juve feci gol io e Sivori si gustò la sua vendetta; contro il Milan, invece, segnò Omar e mi ricambiò il favore. Vincemmo tutte e due le gare e stadio e città scoppiarono di gioia. Alla fine fummo terzi in campionato. Dietro all’Inter e al Bologna, ma davanti alla Juve e al Milan».
L’altro ricordo?
«Ero dall’altra parte. Juve-Napoli del ’75. Una partita che praticamente valeva lo scudetto. Noi, infatti, eravamo primi e il Napoli secondo, ma a due punti appena. Il risultato era di uno a uno; poi, a un quarto d’ora dalla fine entrai io al posto di Damiani e quasi all’ultimo minuto feci gol. Vincemmo noi. Vinse la Juve».
E fu allora che?
«Fu allora che i napoletani cominciarono a chiamarmi Core ‘ngrato. E ancora oggi mi chiamano così. Ma fa niente. Non ci ho mai dato troppo peso. Del resto cosa dovevo fare? Facendo quel gol feci soltanto il mio lavoro e il mio dovere».
Altri tempi, altre storie, altre squadre. Che ne pensa del Napoli e della Juve che anche stasera si giocheranno qualcosa d’importante?
«Penso che se il Napoli avesse avuto una difesa all’altezza del resto della squadra, già quest’anno avrebbe potuto puntare allo scudetto. E penso pure che se in estate prenderà due o tre difensori forti, ma davvero forti, potrà tentarci nella prossima stagione. Del resto, s’è avesse avuto una terza linea migliore, il Napoli a Londra non avrebbe perso e sarebbe andato ancora più avanti in Champions League».
E la Juve, invece?
«Produce calcio in quantità. Corre, fatica, ma fa pochi gol. E’ questo il suo difetto. Ma sa bene la Juve che se stasera non batte il Napoli c’è il rischio che il Milan prenda il volo e che poi non l’acchiappi più».
Quindi?
«Quindi, visto che anche il Napoli ha bisogno dei tre punti, prevedo una bella partita. E se non bella, quantomeno aperta, combattuta».
Il Napoli ha bisogno dei tre punti, è vero, ma per portarli via gli servirebbe un’impresa o quasi, visto che in questa stagione nessuno ha mai vinto sul nuovo campo della Juve.
«Può riuscirci, però. Come? Esaltando i suoi pregi e limitando i suoi difetti».
Che tradotto vuol dire?
«Vuol dire che l’attacco azzurro dovrà dimostrare tutta la sua forza e che la difesa, invece, dovrà stare molta attenta».
Lo dica: lei ce l’ha con la difesa di Mazzarri.
«No. Dico ciò che penso. E cioè: il pregio del Napoli è l’attacco e il difetto, invece, è la difesa. Ma è quello che accade sul campo che lo dice».
Da centravanti a centravanti: nella classifica delle sue preferenze a che posto sta Cavani?
«In alto. Molto in alto. E’ forte, testardo, potente. E’ un trascinatore. Soprattutto, fa un sacco di gol. Insomma, lo reputo un campione. Un campione vero».
E con Lavezzi forma una bella coppia d’attaccanti, non v’è dubbio. E a proposito di coppie: Vinicio-Jeppson, Altafini-Sivori, Maradona-Careca, Lavezzi Cavani?
«Vuole chiedermi qual è la mia preferita? Ovvio: la più forte e la più spettacolare: Careca e Maradona. La più forte coppia-gol che nella sua storia il Napoli abbia avuto, ma anche una delle più belle che il calcio abbia mai visto».
Beh, anche quella Altafini-Sivori era niente male. Comunque sia, il Napoli ce lo vede terzo a fine campionato?
«Perché no. Ha i numeri per ripetersi quest’anno. Sarà decisivo lo scontro diretto di sabato prossimo a Roma con la Lazio. Ma perché sia così, il Napoli deve fare risultato anche stasera con la Juve».
Non è strano che, nonostante una bella e antica tradizione, da un po’ di tempo il Napoli non peschi più in Brasile?
«E’ singolare, è vero, ma non c’è da meravigliarsi. Dipende dalle area di mercato sulle quali il club punta. Oggi è così, magari domani cambia»
Un’ultima cosa, signor Core ‘ngrato: stasera lei sarà a Torino, non è vero?
«Sarò a Torino, certo. E vedrò una partita diversa da come allo stadio la vedranno gli altri. Per Sky, infatti, la commenterò in 3D».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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