MILANO – Prima gli insulti agli altri dirigenti, poi la minaccia di abbandonare la Lega e, infine, l’effettiva uscita di scena dall’Assemblea. Il tutto nello spazio di pochi minuti. Ancora una volta è stato il presidente del Napoli il grande protagonista del pomeriggio al quarto piano di via Rosellini. A scatenare la sua furia e la sua reazione ben oltre le righe del consentito è stata la bocciatura della proposta di apporre un quarto marchio commerciale sulla maglia di gioco.
CONTRO TUTTI – Ancor prima che ci fosse la votazione, il presidente del Napoli aveva compreso che non c’erano i numeri per l’approvazione. Così, ha cominciato prendendosela con Sagramola, dg della Sampdoria, colpevole di aver preso la parola per sollevare il dubbio sulla valenza commerciale di un altro sponsor sulla maglia, non avendo a supporto uno studio sull’argomento. « Non voglio aver più nulla a che fare con la Sampdoria», avrebbe detto, stando a quanto filtrato, il presidente del Napoli, contestando a Sagramola il ruolo di dirigente e non di proprietario del club. Poi, sarebbero scattati gli insulti verso gli altri dirigenti presenti: « Siete imprenditori che non capiscono niente». Quindi, la minaccia rivolta al presidente Beretta: « Voglio andare via da questa Lega. Preparami le carte per uscire». In quel frangente, inoltre, sembra sia anche stata rovesciata una bottiglietta d’acqua. Infine, completamente avvolto dai fumi della rabbia, il numero uno del Napoli ha preso la porta e se n’è andato. La votazione per il quarto marchio, dunque, si è svolta in sua assenza e ha confermato le aspettative. Nel senso che, a fronte della necessità di 14 voti a favore, ce n’erano invece ben 8 contrari. Quali? La vera sorpresa è che al fronte dell’opposizione (Juventus, Inter, Roma, Sassuolo, Verona, Fiorentina e Sampdoria) si è aggiunto pure il Milan, tornato per una volta al fianco del club bianconero. E la Lazio? Sembra che Lotito abbia prima votato no, per poi virare sul sì.
VIA AI COLLOQUI – E pensare che, secondo le previsioni, non doveva essere quello il tema più caldo della giornata. Lo scontro, semmai, doveva infiammarsi sui diritti tv e sul metodo di vendita per il prossimo triennio (2015-18). Invece, senza troppe discussioni, l’Assemblea si è adeguata alla linea indicata da Agnelli (leader dell’opposizione) e illustrata nella famosa lettera sottoscritta pure da Inter, Roma, Sassuolo, Verona, Fiorentina e Sampdoria. Il risultato è che per venerdì prossimo (a meno di slittamenti dell’ultimo momento) è stata convocata un’altra riunione, un incontro tra i club e i rappresentanti delle tv, vale a dire Sky, Mediaset e Rai, oltre a MP Silva, ovvero il concessionario dei diritti per l’estero. L’obiettivo è raccogliere informazioni sullo stato del mercato e sulle prospettive dei network in vista del nuovo triennio.
SPINTA JUVE – Rispetto al passato, si tratta di un cambio di metodo e di approccio. La Lega vuole decidere autonomamente come procedere, stabilendo se è il caso di confermare la vendita dei diritti per piattaforma o puntare ad una suddivisione per prodotto; per quanto riguarda l’estero, invece, la distinzione è tra una vendita globale o per area geografica. Sullo sfondo, comunque, resta l’ipotesi di una tv della Lega, che diffonda in proprio le partite, ma si imboccherebbe questa direzione solo se ci fosse la certezza di guadagni maggiori. In questo scenario, non è stato messo in discussione il ruolo di Infront e non solo perché c’è un contratto in essere fino al 2016, piuttosto per il fatto che finora è stato l’unico a garantire un minimo di 900 milioni. Prova ne sia che la Infront, venerdì prossimo, affiancherà la Lega nei colloqui con i diversi interlocutori. Ad ogni modo, è ancora presto per capire se quanto deciso oggi sia davvero un primo segnale di cambiamento nelle modalità di governance della Lega (che resta con 3 consiglieri decaduti e non sostituiti). La sensazione, però, è che i club all’opposizione abbiano segnato un punto proprio a favore.
La Redazione
G.D.
Fonte: Corriere dello Sport
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