Chiusa al traffico l’area perimetrale intorno allo stadio «Olimpico» già dalle sei di ieri mattina fino alla mezzanotte. Off limits lo stadio per l’intera giornata. Il piano di sicurezza per Juve-Napoli è stato approntato nei minimi dettagli. 65mila tifosi per la finale di coppa Italia, il pericolo di infiltrazioni di ultrà romanisti e laziali e in contemporanea lo svolgimento al Foro Italico delle finali degli internazionali d’Italia di tennis.
Ma al via con l’Inno nazionale cantato da Arisa sono partiti fischi dalla curva dei tifosi del Napoli, che poco prima avevano cantato «noi siamo partenopei». Attonito lo sguardo del presidente del Senato Renato Schifani che nell’intervallo dichiara: «Sono stati fischi incivili e inaccettabili che mi hanno sconvolto. In un giorno come questo l’Inno deve rappresentare unità. È un gesto da dimenticare». E quando è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime dell’attentato di Brindisi e del terremoto che ha colpito l’Emilia nella stessa curva partenopea è stato esposto lo striscione con la scritta «Vicini alle vittime di Brindisi».
Controlli, bonifiche, vigilanza e verifica degli itinerari da parte delle forze dell’ordine. Fermati alcuni tifosi che volevano scavalcare per entrare allo stadio. Un arresto e cinque denunciati: l’accusa per la persona arrestata è il lancio di petardi. Tutti sono stati sottoposti a daspo per una durata da uno a quattro anni. In un caso la denuncia è scattata per l’aggressione a uno steward, mentre per un romano di 23 anni il motivo è il lancio di un oggetto da un balcone in concomitanza con un passaggio di un pullman dei tifosi del Napoli sotto il suo palazzo. Attimi di tensione prima del match con cori, insulti e fumogeni tra le due tifoserie. La Questura di Roma all’altezza di una fermata dell’autobus ha sequestrato una busta contenente sassi che sarebbe potuta servire per un agguato.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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