L’Uruguay avrebbe meritato di farli piangere ancora una volta, 63 anni dopo. Edinson Cavani, uruguayano di Napoli, «un grandissimo giocatore» come lo ha definito ieri il nuovo allenatore del Real Madrid, Carlo Ancelotti, che lo vorrebbe strappare al suo amico Benitez, si era rimesso sulle tracce di Ghiggia e Schiaffino. Non aveva ancora segnato in questo torneo e se il gol di Belo Horizonte avesse avuto un peso decisivo non sarebbe passato nemmeno dalla cronaca, sarebbe entrato dritto nella leggenda del calcio del suo Paese. Ha giocato come tante volte lo abbiamo visto in Serie A, di forza e di talento, con un gol da cannoniere e una partita da mediano. E’ il più olandese di tutti i giocatori sudamericani. In assoluto l’Uruguay ha giocato meglio, più squadra del Brasile, che Scolari, invece di schierare, espone come fosse un’argenteria. Ma alla fine ha vinto chi era più dotato tecnicamente, alla Seleçao è bastato un guizzo di Neymar, con successiva rete di stinco bilenco di Fred, e un colpo di testa di Paulinho. Ma ha vinto soprattutto con una prodezza di un ex interista, Julio Cesar, che ha deviato in angolo un rigore di un altro ex interista, Diego Forlan. Piccolo consiglio a Moratti: se vende Handanovic al Barcellona, riprenda Julio, è ancora un grandissimo portiere.
Fonte : Corriere dello Sport
La redazione
F.G.
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