La prestazione offerta dal Napoli mercoledì nel debutto in Champions deve aver spaventato il Milan, che si è lasciato aggredire senza opporre resistenza nei primi dieci minuti, subendo in questo stentatissimo avvio il gol di Britos. Proprio lui, l’unico opaco nella brillante squadra in avvio di campionato. Sono stati i due centrali difensivi, di testa, a costruire l’1-0: la torre di Albiol e il colpo dell’uruguaiano, lasciato indisturbato dai colleghi rossoneri. Una rete su sviluppi di calcio da fermo, studiata sul prato di Castelvolturno. Ma il Napoli non ha tenuto alto il ritmo, anzi la scena della partita è cambiata: il Milan ha guadagnato terreno e gli azzurri hanno eretto un fortino davanti a Reina, puntuale quando è stato chiamato in causa, provando ad attivare il contropiede, come accadeva durante la gestione Mazzarri. Benitez, che nel prepartita era stato ripreso sorridente dalle telecamere, si è spazientito: squadra schiacciata, passaggi sbagliati, manovra assente, pochissimo movimento sui lati, Higuain lontano dall’area, tutto quello che non avrebbe voluto vedere dopo aver colpito a freddo il Milan. Aprendo il blocchetto degli appunti, nell’intervallo Benitez ha spiegato agli azzurri cosa avrebbe invece voluto per assicurarsi la preziosa vittoria e riagganciare la Roma, vittoriosa nel derby pomeridiano, al primo posto. Squadra più corta, anzitutto. E poi più frequenza al tiro. Come ha fatto Higuain, tiratore scelto, che dopo una manciata di minuti ha raddoppiato con la collaborazione di Abbiati, sorpreso dal tiro del Pipita. Straordinario l’argentino, che ha segnato quattro gol di fila tra campionato e Champions, una capacità balistica che lo avvicicina a Cavani, anche se le loro caratteristiche sono differenti soprattutto sotto l’aspetto tattico, perché Gonzalo spreca meno energie ed è lucido nel momento, o nel tiro, che conta. Sull’altro lato è stato invece perfetto Reina, che ha pure parato il rigore di Balotelli, sempre infallibile dagli undici metri nella sua carriera (21 gol di fila). Non solo un segno del destino, ma anche un segnale di forza, perché un portiere di tali valore ed esperienza pesa in una squadra quanto un ottimo attaccante. E dire che il vice di Casillas è stato una soluzione di emergenza dopo la rinuncia a Julio Cesar. Pepe non è riuscito a chiudere imbattuto una serata da ricordare perché, nel disperato assalto finale, Balotelli è riuscito a trovare un varco, tenendo poi in ansia gli azzurri e i loro tifosi, così com’era accaduto negli ultimi minuti della partita con il Borussia Dortmund. Un brivido in coda che Benitez vorrebbe eliminare al più presto perché si corrono rischi così. Intanto, Rafa si gode questo successo storico. Ventisette anni, quanto tempo senza vittorie sul campo del Milan. Ci voleva una grande squadra dall’anima spagnola, quindi napoletana.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
A.F.
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