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Allo “Juventus Stadium” ci saranno 10.000 napoletani

I tifosi azzurri inciteranno alla grande i propri beniamini

Perché Juventus-Napoli, la storia infinita di generazioni e generazioni di uomini prima che tifosi, è sempre stato un fatto socioculturale. No, non scherziamo: mica è una partita qualsiasi; mica è soltanto una storia di bandiere, simpatia, campanilismo e chi è più forte tra Maradona e Platini: questa è vita applicata al calcio. E’ il giorno di festa che migliaia di napoletani, campani o comunque tifosi del Napoli, aspettano con ansia e orgoglio: 364 volte in un anno torinesi o piemontesi acquisiti, per questioni di lavoro e di necessità, che svestono tute e giacche per indossare la maglia azzurra. E sognare, magari piangere. Invasione è sempre stata, invasione sarà domani: è lo Juventus Stadium, sembra il San Paolo. Con diecimila cuori azzurri che canteranno Napoli.

CHE ATTESA – E allora, il racconto. Anzi le previsioni dell’atmosfera che si respirerà nello stadio bianconero, salotto nuovo di zecca che ospiterà per la prima volta il Napoli e la sua gente. Gente di mare e anche di terra, che arriverà in aereo, in treno, in macchina o anche in taxi e a piedi: napoletani di Napoli e dintorni e poi napoletani Torino o giù di lì. Cuori azzurri del Nord. Figli di padri e nipoti di nonni che anni e anni fa sposarono il lavoro e dunque l’idea di abbandonare Golfo, Vesuvio e tutto il resto per stabilirsi a Torino: quante storie nei meandri della Fiat juventina e chissà quante altre altrove. Che pianti e che urla ai gol di Ferrario, Giordano e Volpecina profumati di scudetto nell’86 e a quelli di Hamsik (2) e Datolo nella rimonta 0-2, 3-2 griffata nel 2009.

PENNA E SCENA – Gioia sportiva e orgoglio, testa alta e il diritto annuale di sfottò acquisito in territorio nemico (sportivo): non hanno prezzo certe soddisfazioni. Che bello il calcio. Che bella Juve-Napoli: è diventata finanche letteraria e romanzesca, figlia della penna di Maurizio De Giovanni, che ha raccontato la presa di Torino (testuale), e poi un’opera teatrale. Chiaro il concetto?

CUORI AZZURRI – Fertile il terreno da seminare, dunque. Minimo indispensabile il dato raccolto: diecimila tifosi azzurri allo Juventus Stadium, nel settore riservato agli ospiti e poi negli altri dell’arena torinese. E quanti altri sono rimasti a bocca asciutta. Pronti comunque a partire come Giuseppe detto Peppe, investigatore privato con la faccia da film e il Napoli tatuato sulla pelle, che ha lasciato un letto d’ospedale appena in tempo per partire per Torino. Ancora convalescente ma noncurante: la medicina migliore possibile è questa trasferta.

LA SQUADRA – Storie di innamorati matti da legare e poi di giocatori a caccia di biglietti. Sì, proprio così: perché finanche i giocatori del Napoli, i protagonisti principali della passerella di domani, hanno avuto tante richieste da amici e familiari da non poterle soddisfare tutte insieme. Il colmo? No, la normalità.

POLVERE DI BIGLIETTI – Come assolutamente in linea con le attese è stata la vicenda legata alla vendita dei biglietti. Della scorta inviata dalla Juventus al club di De Laurentiis: circa cinquemila, letteralmente polverizzati nel giro di pochissime ore, nelle ricevitorie napoletane abilitate all’emissione. Un assalto in piena regola senza possibilità di repliche: sold out, dicono gli americani. Tutto esaurito in un amen. Come ai tempi belli, bellissimi, in cui questa partita valeva lo scudetto.

L’URLO – Domani, invece, una fetta del tricolore sarà soltanto sul piatto della Juve: toccherà al Napoli giocare da guastafeste; toccherà agli uomini di Mazzarri provare a rendere amara la serata di una squadra ancora imbattuta nonché titolare della miglior difesa dell’intero campionato. Servirà il massimo, più del massimo, soprattutto perché il primo atto di questa sfida, che vedrà l’apice il 20 maggio nella finale di Coppa Italia, è fondamentale per la corsa al terzo posto e alla Champions. Il popolo azzurro lo sa. Quelli di Torino che cantano, “Pocho-Pocho” , sono pronti e carichi: non resta che urlare più forte che mai.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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