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Allegri. A Napoli vuole i tre punti ma non cerca vendette

Sabato sera sarà la sfida tra El Sharaawy e Cavani per la classifica cannonieri

Anche se non si amano, anche se non si prendono, possiamo essere certi lo stesso che sabato sera né Allegri né Mazzarri cercheranno la vittoria per far del male l’uno all’altro. Hanno bisogno dei 3 punti per ragioni e obiettivi diversi, non per fregare il collega-rivale-conterraneo. Il tecnico di San Vincenzo andrà in campo un’ora dopo la fine di Juve-Lazio e saprà come e su cosa orientare la sua squadra. Il tecnico di Livorno, invece, ha altre esigenze, ancora più impellenti. Il Milan è alla deriva e se perde rischia di essere agganciato da Palermo, Chievo e Pescara che lo seguono a 3 punti di distanza. Sarebbe il tracollo.

RESISTENZA – L’avvicinamento milanista alla partita di Napoli è stato tortuoso. La sconfitta contro la Fiorentina, la quarta in casa in questa stagione, in altri tempi avrebbe segnato la fine della storia di Allegri sulla panchina del Milan dopo un primo e un secondo posto. Ma se Max è in queste condizioni, oltre alla sua evidente responsabilità ci sono quelle più corpose di Berlusconi e Galliani per i quali l’eventuale licenziamento del livornese diventerebbe la certificazione del loro fallimento. Se resiste Allegri, resiste il presidente e resiste l’amministratore delegato, questo è il senso della conferma. Oltre al non trascurabile particolare che non ci sono in giro alternative di grande spessore ed esperienza.

COMMISSARIATO – In questi giorni ci sono stati dei passaggi in cui l’autonomia tecnica di Allegri è stata messa a dura prova. Anzi, per qualche ragione gli è stata ridotta. L’invito di Galliani a ripristinare la difesa a 4 e a togliere dalla squadra tutti quei mediani è stato piuttosto esplicito, tante è vero che il tecnico ha subito provveduto a tornare indietro. Belli i tempi (di Ancelotti) in cui il Milan riempiva la squadra di numeri 10, ma si chiamavano Rui Costa, Kakà, Pirlo, Seedorf e Rivaldo. Ora non c’è nemmeno l’ombra, non solo di quei fenomeni, ma anche di un vero numero 10, visto che non lo sono né Montolivo, né Boateng. Se Ancelotti tornasse oggi sulla panchina del Milan sarebbe nei guai pure lui.  Dopo l’orientamento tecnico dettato da Galliani, è arrivata la conferma di Berlusconi. Che però non si fida fino in fondo del suo tecnico, tante è vero che venerdì andrà a Milanello e parlerà con i giocatori, uno per uno. Questo dovrebbe essere compito dell’allenatore che adesso, se non delegittimato, appare…commissariato.

I LIVORNESI – Allegri avrebbe preferito incontrare il suo conterraneo in un altro momento. Il Napoli oggi sembra la squadra opposta al Milan. L’unico punto di contatto è il cannoniere: El Shaarawy ha segnato gli stessi 8 gol di Cavani e tutte e due sono al comando della classifica insieme a Lamela. Il resto, tutto il resto, è diverso. In questo momento, diciamo in quest’ultima settimana, il Napoli ha ripreso a macinare le convinzioni del suo allenatore e a interpretarne il furore. Ha segnato 8 gol in 4 giorni, partendo sempre dallo svantaggio di 1-2 sia in Europa League contro il Dnipro che in campionato a Marassi contro il Genoa ha chiuso sul 4-2. In meno di mezz’ora ha sbriciolato due squadre, giocando un calcio a un ritmo che il Milan attuale nemmeno immagina.

IL FUTURO – I due livornesi non lo conoscono ancora. O meglio, se dipendesse solo da lui, Allegri resterebbe volentieri al Milan, lo ha già detto, mentre Mazzarri sta pensando al suo domani con più serenità. Come sempre, divideranno Livorno e la sua costa, lo scoglio per Max, la rena per Walter. Metteranno nella sfida quel tocco di Toscana di mare che rende più piccante e più divertente una sfida già di per sé molto delicata, soprattutto se vista dallo scoglio di Allegri.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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