È una corsa contro il tempo perché il campo di gioco visto domenica sera al San Paolo in occasione di Napoli-Olympiacos era in pessime condizioni. Erba assente, sabbia che si alzava ad ogni tocco di palla, rimbalzi irregolari, giocatori tratti d’inganno sul passaggio del compagno ed una zona, nella metà campo alla destra della tribuna centrale, in cui sembrava di trovarsi più sulla pedana del salto in lungo che su di un terreno di gioco per una partita di calcio. Nerone, Caligola e, ultimo arrivato, Lucifero, ci hanno messo del proprio. Secondo gli esperti un caldo così ha messo in ginocchio la manutenzione e soltanto l’arrivo di aria un po’ più fresca prevista per la fine del mese potrebbe migliorare le condizioni. Il Napoli nello scorso gennaio ha interrotto il rapporto di collaborazione con la ditta che curava la manutenzione del campo per affidarsi ad un’altra azienda del settore, la stessa che già cura i terreni di Castelvolturno. Ora si sta cercando di salvare il salvabile almeno per la prima di campionato in programma il 2 settembre contro la Fiorentina. Mazzarri prima e Dzemaili poi hanno detto all’unisono: «Ci hanno assicurato che entro una decina di giorni tutto sarà a posto e noi dobbiamo fidarci».
Ma l’esperienza dell’uomo di calcio sa che è difficile che entro il 2 settembre tutto sia realmente risolto considerato il triste spettacolo visto domenica sera. A dir la verità il calendario non ha dato una mano al Napoli perché dopo il match contro la Fiorentina, ci sarà la sosta del 9 settembre. Poi gli azzurri giocheranno ancora in casa, il 16 contro il Parma e probabilmente solo per quella data si potrà vedere un campo in condizioni accettabili. Se il Napoli avesse giocato fuori, un’altra settimana di tempo sarebbe stata manna dal cielo. Una preoccupazione, quella del terreno di gioco, che Mazzarri più volte ha sottolineato, sia per il modo in cui gioca la sua squadra, in velocità e palla a terra, cosa impossibile dato il rimbalzo irregolare della sfera, sia per possibili infortuni che rendono il terreno di gioco di Fuorigrotta un vero pericolo. Ma non solo il tecnico azzurro. Durante la sfida vinta 3-0 con i greci dell’Olympiacos anche Goran Pandev è rimasto perplesso dallo stato del manto di gioco così come Christian Maggio che ne ha parlato apertamente tra il primo ed il secondo tempo del match nelle interviste televisive. Lo stesso esterno azzurro è stato vittima di un paio di entrate dure che, complice lo stato del terreno di gioco, ha fatto temere il peggio. A Bari, in occasione del trofeo Tim, sul pessimo campo del San Nicola si infortunarono Pepe e Caceres. Il Napoli non vuole correre gli stessi pericoli. Ed allora si provvederà ad una nuova semina, con materiale probabilmente diverso rispetto a quello precedente che dovrebbe resistere meglio alle ondate di calore per tornare ad avere quello splendido prato visto in occasione dei match di Champions League dello scorso anno e che poi i tifosi del Napoli hanno dimenticato.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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