Dritti alla metà. Avrebbe potuto sceglierlo lei, Margarita Bogdanova, il motto che da oltre un secolo accompagna le gesta eroiche e drammatiche dell’Olympique Marsiglia, più o meno dai tempi in cui Leopold Louis-Dreyfus aveva costruito dal nulla, col commercio del grano, la società omonima che sarebbe poi diventata, diversificando gli investimenti, uno dei colossi economici di Francia, nelle mani del pronipote Robert, marito favoloso della Bogdanova il tempo di farne la russa più ricca del mondo, con un patrimonio personale di 6 miliardi di dollari, per Forbes solo uno scalino sotto a Silvio Berlusconi. Una micidiale leucemia se l’è portato via nel 2009, a 63 anni, lasciando a lei tre figli adolescenti e un impero da 50 miliardi di giro d’affari e 40 mila dipendenti in 53 Paesi, compreso, per dire, il più grande impianto di bioetanolo del mondo nell’Indiana (Usa), e compreso l’OM, grande passione di Robert, che, a metà dei ‘90, aveva rilanciato il club (primi acquisti Ravanelli e Blanc), da patron dell’Adidas (tanto per capire la potenza originale dell’uomo), dopo il tracollo di Tapie, di cui adesso, Margarita Louis-Dreyfus è la zarina incontrastata, in cima a un quinquennio di intrecci e colpi di scena che avrebbero fatto impallidire anche un John Le Carré.
UNA SAGA – De Laurentiis stia in campana: se avesse voglia di uno “storione” da cinematografo lasci stare Nasser Al Khelafi, sceicco da mille e un fenomeno del Psg né segua la strada dorata che porta a Dmitry Rybolovlev, facoltosissimo proprietario russo del Monaco di Ranieri; cento volte meglio portare sul grande schermo la vita di Mld, come la chiamano qui, donna tanto bella quanto determinata, raccontata in una biografia scritta da Elsa Conesa, che si commenta da sola: «Mld, inchiesta sulla fortuna più segreta di Francia». Bionda, alta e fine, enormi occhi azzurri, adesso poco più che cinquantenne, la Bogdanova cresce faticosamente nella Leningrado sovietica (ora San Pietroburgo), rimasta orfana giovanissima a causa di un incidente ferroviario in cui muoiono entrambi i genitori. Ci pensa il nonno ingegnere elettrico a tirarla su. Lei si diploma in economia. Poi a 27 anni sposa uno svizzero tedesco, si trasferisce a Zurigo, divorzia dopo un anno e mezzo, lavora come assistente in una società di import-export, perfezionando cinque lingue, compreso l’italiano. Poi la svolta hollywoodiana, secondo le cronache patinate. E’ il 1989: su un volo Zurigo-Londra un signore in jeans e maglietta le mostra la foto del proprio cane. E’fatta. Solo che il soggetto in questione è appunto il miliardario Robert Louis-Dreyfus. E intorno a questa vicenda i detrattori hanno costruito le più varie illazioni, compreso il coinvolgimento del Kgb, a un passo dal tracollo sovietico. Sta di fatto che tre anni dopo i due si sposano. Nascono Eric (‘92) e i gemelli Maurice e Kirill (1998) mentre è già esplosa la grande passione di Rld per il Marsiglia. Nei loro 20 anni insieme Margarita si limita a recitare il ruolo di madre perfetta accanto a un mito. La malattia inesorabile del marito la mostra inesauribile nel cercare ogni possibile cura, in ogni parte del mondo. Poi la resa.
ZARINA – E’ a questo punto che Mld si trasforma. Robert aveva disposto un meccanismo ereditario che prevedeva ai 3 figli il 61% della società al compimento del 25esimo anno e per lei un trust personale da 300 milioni di euro e il ruolo di esecutrice a interim, con un ruolo operativo riservato a Jacques Veirat, manager delfino del gruppo. Tra l’ereditiera e Veirat si arriva in breve a uno scontro che si risolve con il pieno successo di Mld, attualmente presidente e dg dell’impero. L’Om diventa un’altra palestra della sua abilità. Il marito in tredici anni non era riuscito mai a vincere niente, lei fa centro al primo colpo: titolo di Francia nel 2010 e tre coppe di Lega consecutive. Divide la gloria col presidente dell’Om, Vincent Labrune, suo fidatissimo braccio destro. Ma l’ultima parola è sempre la sua.
Fonte: Corriere dello Sport.
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