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Alla scoperta di Rafael Cabral, una ‘Muralha’ per il Napoli

Muralha da Vila. Questo è uno dei (tanti) soprannomi di Rafael Cabral, il portiere su cui il Napoli ha messo le mani in questi giorni, fino ad arrivare all’accordo di massima da 5 milioni con il Santos e all’ok del giocatore. Rafael sarà il vice di De Sanctis, almeno in partenza, poi chissà. Intanto, Benitez si gode un colpo ancora da formalizzare con le firme e l’ufficialità, ma che significherebbe aver trovato già l’uomo giusto per la porta del futuro. Il blitz di queste settimane per sorpassare la Roma è stato decisivo, laMuralha da Vila aveva tante richieste. Nell’estate del 2010 fu a un passo del Siviglia, non se ne fece nulla. Ma Rafael non si è abbattuto, è rimasto al Santos che lo ha formato da quando aveva 12 anni. I rigori dell’amico Neymar da parare in allenamento, i balzi di un felino quando le partite contano. Sin da ragazzino Rafael si guadagna la stima di tutti, nel 2010 poi il debutto in prima squadra contro il Cruzeiro, uno 0-0 che come biglietto da visita, per un portiere di 20 anni, non è male. Da lì un exploit continuo, l’interessamento del Siviglia poi quello del Palermo, una Copa Libertadores vinta da protagonista che ha fatto entrare Rafael una volta per tutte nel cuore dei tifosi. Da lì nasce quello che in Brasile è considerato il nuovo Julio Cesar: un portiere dotato di esplosività, reattività, capacità di essere determinante nei momenti importanti. Poi un 2012 a ottimi livelli, un rigore parato nei quarti di Libertadores, la convocazione di Mano Menezes in Seleçao brasiliana, quella dei grandi dopo tante presenze con le varie Under. Tre gettoni con la maglia verdeoro, solo un infortunio gli impedisce di essere poi titolare alle Olimpiadi di Londra. Poco male, perché Rafael continua a far bene col Santos, la Roma ci prova e il Napoli si inserisce. Il resto è storia dei giorni nostri, Rafael Cabral arriva in Italia con l’intenzione di prendersi la porta al più presto. Dovrà convincere Benitez, un altro Rafael, il suo stesso nome. Forse, era destino. E chissà che a Muralha da Vila – ovvero il muro di Vila Belmiro, lo stadio del Santos  – non diventi presto a Muralha do Sao Paulo

 

Fonte: gianlucadimarzio.com

 

La Redazione

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