La verità, tutta la verità, nient’altro che la verità non si può scorgere in appena centottanta minuti di calcio: ma i numeri non mentono e miscelando questa pazza, pazza estate, tra top player virtuosi in arrivo e top gun reali, non ci fosse state il veleno nella coda della Supercoppa Italiana, chissà… E però: sei punti, cinque reti fatte e una subita, rappresentano un segnale da cogliere e indirizzano un percorso da seguire. L’autunno è oramai alle porte e quando le Nazionali avranno riconsegnato gli organici al completo e il calendario si trasformerà in un frullatore – in campo alla domenica e al giovedì, tra turn over, campionato ed Europa League . Le percezioni si potranno trasformare in certezze e sarà possibile cogliere persino le sfumature azzurre d’un romanzone che può diventare seriamente osè. Il quarto Napoli di Mazzarri se ne va al primo pit stop rasserenato dalle classifiche, un po’ smembrato dall’assenza dei suoi dodici calciatori in giro per il Mondo e però con quei sei punti che dànno peso non solo aritmetico ma anche psicoglogico ad una squadra che ha già scelto il proprio obiettivo ma che, come suggerito dalla strategia dell’attenzione, non viene pubblicamente sbandierato: un anno fa, c’era la Champions a distrarre chiunque dal campionato e ad assorbire energie. Ma stavolta indovinate un po’ cosa frulli nella testa del Napoli?
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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