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Alfredo Pagano: «Vi racconto il mio allievo Pietro»

Sono passati quasi trent’anni da quando all’Isef di Napoli il professor Alfredo Pagano, oggi organizzatore della Maratona di Napoli, aveva come allievo Pietro Mennea. Allora provava ad insegnargli la pallavolo. Provava perché la freccia di Barletta nel 1975 era già un atleta di punta della nazionale italiana e il volley lo studiava più che praticarlo.
Com’era Mennea da studente?
«Una persona eccezionale. Si applicava con una costanza incredibile. Del resto dobbiamo ricordarci che con l’obbligo di frequenza lui era sottoposto a giornate massacranti con viaggi da Formia, allenamenti, studio. Una persona molto seria».
La sua casa napoletana?
«L’hotel Stadio. Si trovava di fronte all’ingresso degli spogliatoi del San Paolo. Oggi non c’è più».
Ma lo studente di volley come se la cavava?
«Decisamente meglio quello di atletica. Scherzi a parte l’Isef a Napoli ha sfornato fior di campioni ed è logico che quando si parla di atleti internazionali bisogna essere un po’ attenti a non forzare quando sono impegnati nelle altre discipline».
Mennea come Abbagnale, Porzio, Ferrara, Tizzano: che effetto fa insegnare a questi monumenti dello sport?
«Sono tutte persone serissime. Sanno che lo sport è applicazione e sacrificio: non a caso da Napoli sono usciti grandi campioni».
Che rapporto c’era tra Mennea e Napoli?
«Era legatissimo alla nostra città. È stato anche il testimonial della maratona e in quei giorni mi propose di partecipare a un suo sogno».
Quale?
«Voleva portare le Olimpiadi a Napoli»
E poi?
«Io feci i miei passi ma ci rendemmo conto che era molto complicato e così nacque anche l’idea di contribuire per i Giochi del Mediterraneo. Sfida che Napoli perse qualche anno dopo a vantaggio di Pescara».
Una grande amicizia che la portò anche a Bruxelles.
«Sì, quando era parlamentare europeo mi invitò e mangiammo nei pressi della Grand Place. Moules-frites, cozze e patate fritte, specialità della capitale belga».
Una grande amicizia che ha resistito al tempo.
«Si sposò nel giorno del suo compleanno e quando compì 50 anni e 25 di matrimonio, fece una grande festa a Barletta dove ci ritrovammo in tanti. Fu molto emozionante».
Oggi i funerali a Roma. Ci sarà?
«Certamente. Ci siamo sentiti l’ultima volta un paio di mesi fa per la presentazione del suo libro a Somma Vesuviana. Poi la notizia appresa dalla televisione. Ci sono rimasto malissimo come tutti gli sportivi italiani».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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