A Stefano Tacconi, portiere della Juventus degli anni ’80 con un passato anche ad Avellino, sono legate due immagini simboliche delle grandi sfide tra azzurri e bianconeri. La prima, 29 marzo 1987, quando si inginocchiò per prendere una punizione con tale goffaggine che la palla gli sgusciò fra le ginocchia prima che toccasse terra e schizzasse in rete. La seconda più o meno due anni dopo, quando il portierone venne fregato da un colpo di testa nella maratona di Coppa Uefa e ancor prima di rendersene di constatare il disastro, mandò al diavolo tutta la sua difesa. In entrambi i casi a fargli gol era stato Alessandro Renica, il libero del Napoli.
Renica, lei era un po’ l’ammazza-Juve?
«Quel gol al 119′ dei quarti di finale resta la mia gioia più bella, forse più grande della vittoria dei due scudetti. Quella sera mi sono sentito davvero napoletano: lo stadio era strapieno, fuori ce n’erano quindicimila senza biglietto».
I bianconeri la stramaledivano ogni volta?
«Non ne ho fatti tantissimi di gol, ma quelli importanti li ho riservati a loro. Tacconi, poi, su quella punizione che gli passò sotto le gambe si aspettava che a calciare fosse Maradona. Ma Diego, a sorpresa anche per me, mi toccò il pallone».
Le disse qualcosa il portiere dopo la gara?
«No, nulla. Ma da me venne Scirea per regalarmi la sua maglietta. Per me era un idolo, la conservo ancora».
E i tifosi per strada?
«Quelli erano eccezionali a prescindere. Credo che in tutti gli anni in cui sono stato a Napoli non mi hanno mai fatto pagare un caffé: c’era sempre qualcuno pronto a offrirmelo»
Lei faceva il libero: nel Napoli di Mazzarri in che ruolo giocherebbe?
«Farei fatica a non staccarmi dalla linea, ma diciamo che mi vedo al posto di Cannavaro. Al centro. Certo me la caverei meglio che in una difesa a quattro, dove farei il centrale di sinistra ma con tendenza a fare tutto da solo».
Dopo la sconfitta col Bayern, che Napoli sarà?
«La squadra è forte, ma senza dubbio si sprecano tante energie giocando il mercoledì e la domenica. Ma la gara con la Juve è la sfida migliore per rialzare il morale».
Lei avrebbe messo la Champions davanti al campionato?
«No, anche se la classifica è molto corta e il primo posto è ancora alla portata degli azzurri. Domani se battono la Juve sono di nuovo in corsa. Ai miei tempi non ci andava di snobbare neanche la Coppa Italia».
Cavani le appare un po’ in ombra?
«Mi sembra stanco, purtroppo non credo che Mazzarri abbia molte alternative in quel ruolo. Magari se Pandev ha recuperato è il caso di farlo giocare di più».
Chi vince domani sera.
«Che domanda? Il Napoli. Trascinato dalla forza del suo immenso pubblico».
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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